Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Agrinsieme interviene in merito agli incontri tra Regioni e Mipaaf sulle ipotesi di applicazione della riforma della politica agricola comune in programma oggi a Roma ed in particolare sulle misure per l’utilizzo di parte del budget finanziario disponibile da destinare ai cosiddetti ‘pagamenti accoppiati‘ per determinati settori in difficoltà e rilevanti dal punto di vista socio-economico-ambientale.
 
“Le proposte circolate in questi giorni sono limitative, poco incisive ed ignorano completamente i fabbisogni di alcune filiere strategiche per il nostro sistema agricolo ed agroalimentare, anche in termini occupazionali – ha dichiarato il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi -.“
 
“Non solo. La logica che si sta seguendo – ha proseguito Guidi – tiene conto unicamente della necessità di compensare le regioni per le possibili riduzioni dei flussi finanziari conseguenti alla diversa allocazione delle risorse per i pagamenti diretti nei prossimi anni. Una logica che non possiamo accettare perché non si sposa con le aspettative del mondo agricolo, che dalla politica attende ben altro.”
 
“Nei giorni scorsi avevamo già segnalato tutte le perplessità di Agrinsieme sull’argomento con una lettera indirizzata al ministro Martina ed al coordinatore degli assessori all’Agricoltura Nardoni, chiedendo anche un incontro urgente per confrontarci sulla situazione. Ad oggi però – ha concluso Mario Guidi – non abbiamo avuto alcun riscontro, mentre le scadenze ipotizzate dal ministro Martina si avvicinano.”
 
"L’amministrazione deve confrontarsi con noi stakeholder del settore – ha quindi concluso Guidi – per queste e per tutte le altre scelte politiche di applicazione della Politica agricola comune. Perché non va dimenticato che le politiche sono fatte soprattutto per le imprese e le logiche che le ispirano devono tenere conto delle implicazioni economiche ed essere all’altezza delle aspirazioni dei comparti produttivi e dei suoi protagonisti; per contribuire ancora di più alla crescita ed alla occupazione del Paese."