Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Favorire il dialogo del mondo agricolo con quello industriale; instaurare un maggiore collegamento con la ricerca, inserendo le aziende agricole nella vasta gamma di programmi dell’Unione Europea. Sono questi motivi alla base della nascita di “PRIA”,  Progetti di Ricerca e Innovazione in Agricoltura, la società frutto di una partnership tra Confagricoltura e Euris, struttura che ha maturato un’esperienza trentennale nel campo della consulenza a imprese, associazioni di categoria e istituzioni pubbliche nella partecipazione ai programmi della UE, dello Stato italiano e delle Regioni. Alla base della sua costituzione un cambiamento profondo dello scenario in cui si muove l’agricoltura europea, nella consapevolezza del suo ruolo fondamentale nell’approvvigionamento di cibo, nella tutela dell’ambiente e del territorio, della produzione di energia, della difesa della biodiversità. Ruolo che tira in ballo inevitabilmente la ricerca scientifica, l’innovazione, lo sviluppo tecnologie all’avanguardia.
 
Inserirsi in questo contesto e approfittare delle opportunità che l’Unione Europea offre in questo momento è il servizio che PRIA offre alle aziende agricole. Come?
 
“Il nostro obiettivo – spiega l’amministratore delegato Ruggero Targhetta – è creare  un maggiore collegamento del mondo agricolo con quello industriale e con quello della ricerca scientifica, attraverso la partecipazione a progetti di sviluppo e innovazione, che permettano alle imprese agricole di essere maggiormente competitive.”
 
Non solo Psr, dunque, ma anche Fears, Pei, Fers, Fse, Orizon, Eurostars, Life+, Programmi di cooperazione europei. “Non si tratta semplicemente di  assistere le aziende  nella partecipazione ad un bando – continua Targhetta –  ma di offrire loro  un servizio più completo orientandone le scelte strategiche. Con la nuova programmazione europea saranno centinaia i bandi a disposizione e diventerà fondamentale sapersi orientare in modo tale da prendere decisioni di investimenti coerenti  e funzionali alle politiche europee. Solo così si potranno ottimizzare i risultati dal punto di vista finanziario, ma non solo. L’obiettivo finale è aumentare la competitività e la propria quota di valore aggiunto sul mercato” .
 
Le iniziative alle quali sarà rivolta principalmente l’attività di PRIA sono finalizzate a creare filiere sostenibili, ovvero catene di approvvigionamento alimentare sicure e basate su un uso più efficiente delle  risorse; migliorare la conoscenza di base e stimolare l’innovazione al fine di ottenere un aumento della produttività agricola, garantendo al contempo un uso sostenibili delle risorse e una riduzione degli impatti ambientali; favorire il passaggio ad un’economia a bassa emissione di carbonio, in cui le industrie siano in grado di utilizzare in modo efficiente le biomasse, in particolare i sottoprodotti,  provenienti dall’agricoltura.
 
Tanti e diversificati i servizi che Pria offre, dalla partecipazione ai bandi per l’accesso alle agevolazioni previste dalla programmazione europea, al supporto alla definizione di programmi di sviluppo pluriennali nell’ambito di filiere, distretti, gruppi di azione locale e reti d’imprese, fino all’elaborazione di studi, ricerche, analisi, corsi di formazione in materia economica e finanziaria inerenti le politiche e i programmi dell’Unione europea. Ma anche analisi degli scenari macroeconomici riguardanti l’aggregazione della produzione agricola o della domanda di fattori di produzione, inserimento delle imprese dell’agro network nei programmi di ricerca, sviluppo e innovazione; formazione e internazionalizzazione; definizione di modelli di collaborazione economica tra imprese, anche di settori diversi; diversificando anche la produzione al fine di aprire nuovi mercati.
 
“Pria si inserisce in pieno – spiega il suo presidente Sergio Ricotta – nel nuovo corso intrapreso da Confagricoltura, con i suoi 18 progetti in stato di avanzamento, per offrire alle imprese un servizio a 360°, nell’ottica di una profonda revisione del sistema associazionistico. Ora sarà fondamentale il ruolo delle Federazioni regionali che dovranno fare da capofila a livello territoriale, creando il necessario collegamento con le Unioni provinciali, e dunque con le imprese”.