Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Inizia a farsi sentire un fenomeno di stretta creditizia  che sta interessando solo di recente il settore agricolo e per di più in maniera marginale (-0,3%). Il segnale non va sottovalutato, perché, per la prima volta, c’è un’inversione di tendenza”. Lo ha sottolineato il coordinatore di Agrinsieme, Mario Guidi, intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto di “Agrosserva”, l’Osservatorio di Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano.
Il rappresentante del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative italiane ha posto in evidenza come la percentuale di imprese che chiedono ed ottengono un credito bancario è superiore (18-22%) nei settori vitivinicolo, zootecnia da carne e colture arboree (tranne gli olivi), guarda caso proprio i comparti che mostrano un indice di fiducia positivo.
“C’è un’agricoltura imprenditoriale – ad avviso di Agrinsieme –  che ha una visione improntata alla crescita, alla visione del mercato e che crede in un miglioramento strutturale del tessuto produttivo ed un’altra che invece appare remissiva e quasi disimpegnata. Dobbiamo recuperare terreno, migliorando gli attuali strumenti del credito”. “I Consorzi fidi sono soggetti della garanzia privata che possono svolgere un ruolo strategico nell’accesso al credito delle imprese agricole, come garanti degli agricoltori e quali conoscitori qualificati delle imprese agricole, dalla composizione del valore della produzione, alle definizione del merito creditizio”.
Agrinsieme ha quindi indicato le proposte per ottimizzare il rapporto tra banche ed imprese: migliorare l’assistenza al credito delle imprese agricole e dove le banche non possono arrivare lo possono fare i corpi intermedi; creare uno strumento ad hoc per valutare meglio il rating delle aziende che operano in agricoltura comprendendone le differenze e le peculiarità; prevedere un sistema più semplice e snello di accesso alle garanzie pubbliche; incentivare l’adozione di strumenti finanziari alternativi al credito tradizionale, valutando la loro programmazione nei PSR.