Categories: Archivio, Zootecnia

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Al 31 dicembre 2015, per la prima volta dall’inizio della crisi economico-finanziaria mondiale, tornano a crescere (+0,27%) le aziende iscritte al Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio (tabella 1).
Dal 2007 al 2014 il saldo fra nuove iscrizioni e cessazioni era stato negativo per circa 82 mila aziende (-1,34%).

Tabella 1- Aziende iscritte al Registro delle Imprese

Continuano a diminuire, invece, sia pure in misura sensibilmente più contenuta rispetto agli anni precedenti (-0,95%), le aziende agricole (agricoltura, silvicoltura e pesca). Fra il 2007 e il 2015, si è registrata una flessione di 161.963 aziende, pari a -17,6% (tabella 2).

D’altra parte, il rapporto fra aziende agricole iscritte al Registro delle Imprese (dati Unioncamere) e aziende agricole totali (dati Istat), è cresciuto, dal 2000 al 2013 (ultimo dato Istat sul numero di aziende totali) di oltre 9 punti percentuali (tabella 3) il che significa, rispetto al contesto agricolo generale, maggior “peso” delle aziende agricole che operano sul mercato.

Le cifre del Registro delle Imprese devono dunque essere analizzate confrontandole con i dati Istat che riguardano la totalità delle aziende agricole, tenendo presente che il Registro delle Imprese riguarda solo le aziende con partita IVA che producono beni e servizi per il mercato.
La riduzione percentuale del numero di aziende agricole nel decennio 2000-2010 (tabella 4), risulta pari a circa 13 volte la riduzione percentuale della SAU dello stesso periodo (-32,3% rispetto a -2,47%). Nel successivo triennio (2010-2013) questo rapporto è sceso a circa 3:1. Nel periodo 2000-2010, per ogni azienda cessata si sono perduti in media 0,4 ha di SAU; nel periodo 2010-2013, lo stesso rapporto è di 2,8 ha.

L’incremento della superficie media aziendale di conseguenza rallenta e la riduzione delle aziende agricole iscritte al Registro delle Imprese (-2,9% medio annuo – tabella 5) è molto vicina alla riduzione generale delle aziende agricole (-3,1% medio annuo – tabella 4), quando nel decennio precedente era
sensibilmente inferiore (-1,9% contro -3,2%) . In sostanza, la recente notevole contrazione della SAU (2010-2013) tende ad incidere più che nel passato sul numero delle aziende agricole iscritte nel Registro delle Imprese.

Le aziende agricole a conduzione giovanile
Al 31 dicembre 2015 (tabella 6), si conferma più sensibile la diminuzione delle aziende agricole iscritte al Registro delle Imprese a conduzione giovanile (fino a 35 anni di età), percentualmente superiore di oltre tre volte rispetto alla diminuzione della generalità delle imprese agricole (-3,04% contro -0,95%). In
cinque anni (2010-2015) la quota di imprese agricole condotte da giovani è diminuita di oltre un punto percentuale, attestandosi poco oltre il 6,5%. Nel 2010, confrontando con il rilevamento generale dell’Istat (Censimento Agricoltura), le aziende iscritte al Registro delle Imprese condotte da giovani
“under 35” avevano un’incidenza sul totale superiore di circa 2,5 punti percentuali (7,6% rispetto a 5,1%). Peraltro i dati Istat degli ultimi due Censimenti dell’Agricoltura (2010-2000 – tabella 7) confermano che l’incidenza percentuale delle aziende a conduzione giovanile sulla totalità delle aziende
agricole è in lieve diminuzione (5,07% rispetto a 5,16%) mentre in valori assoluti le aziende a conduzione giovanile sono diminuite nel decennio del 38,7%.

Le aziende agricole a conduzione femminile
Al 31 dicembre 2015, le aziende agricole a conduzione femminile iscritte nel Registro delle Imprese registrano una riduzione dello 0,7%, per la prima volta, dopo 5 anni, inferiore, sia pure di due decimi percentuali, alla riduzione complessiva (0,9%) delle aziende iscritte del settore (tabella 8).

Le donne imprenditrici continuano ad essere molto più frequenti in agricoltura (28,77% rispetto a 21,67%) a confronto con la media generale (tabella 9).

Tuttavia il tasso di femminilizzazione delle aziende agricole è molto elevato (oltre il 30%) per quanto riguarda le piccole aziende familiari (nessun addetto o un addetto), mentre tende a ridursi sensibilmente per dimensioni organizzative superiori (tabella 10).

Conclusioni
L’orizzonte del sistema agricolo italiano non è certo quello dell’incremento del numero complessivo di aziende, tenuto conto della ormai consolidate tendenze alla riduzione della Superficie Agricola Utilizzata per effetto dell’urbanizzazione, al trasferimento di terreni (cessione o affitto) dalle piccole aziende ad aziende di maggiore dimensione, come evidenziato dal costante incremento della SAU media aziendale.
Per quanto riguarda le imprese iscritte al Registro delle Imprese, che producono beni e servizi per il mercato, e attualmente rappresentano poco più del 51% delle aziende complessive, sarebbe stato lecito attendersi un graduale decremento del loro numero, vista la crescita della superficie media aziendale
(nel 2013, 8,5 ha; fra il 2000 e il 2013, +3 ha).
Tale riduzione si è verificata, e anzi vi è stata fra il 2010 e il 2015 una riduzione delle aziende agricole iscritte nel Registro di ben 101 mila unità (-11,7%). Il trasferimento di parte dei terreni dalle piccole alle grandi aziende, che sono andate incontro a chiusura, ha riguardato, soprattutto dopo il 2007, anche
aziende agricole già iscritte al Registro, ove evidentemente le piccole (quelle con uno o nessun addetto rappresentano oltre l’80% delle iscritte) hanno visto venir meno i margini di convenienza economica.
Nel 2015 questo fenomeno di “polarizzazione” del sistema agricolo in direzione delle aziende di maggiore dimensione, che indubbiamente contribuisce alla razionalizzazione e alla modernizzazione della produzione primaria, sembra essersi attenuato (la riduzione delle iscritte nel Registro delle Imprese è stata inferiore all’1%).
Tuttavia, sono aumentate le forme di impresa più strutturate come quelle di società di capitale (14.710, +88% rispetto il 2000) e società di persone (59.002, +17,9%).
Le valutazioni precedenti spiegano anche perché negli ultimi anni le aziende agricole iscritte nel Registro delle Imprese condotte da giovani al disotto dei 35 anni e da donne siano diminuite più dell’insieme: le donne e i giovani paiono condurre prevalentemente aziende agricole di medie-piccole dimensione che,
come abbiamo visto, sono quelle maggiormente interessate da riduzione numerica. Peraltro, nel 2015, mentre le aziende “giovanili” confermano la riduzione sensibilmente superiore al totale (-3% rispetto a -1%) già riscontrata nel quinquennio precedente, le aziende “femminili” alternano la tendenza con una flessione leggermente inferiore (-0,7% rispetto a -0,9%).