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«Non voglio neanche pensare che si ripresenti uno scenario di questo tipo», dichiara a Sardegna Quotidiano la presidente regionale della Confagricoltura Elisabetta Falchi «tantomeno che si pensi di buttare via un bene così prezioso, soprattutto dopo che l’agricoltura ha visto le dighe in Sardegna come mezzo di salvezza dalla siccità». «Le due infrastrutture più giovani come quelle di Oristano “Eleonora d’Arborea” e quella sul Flumendosa – spiega la Falchi – sarebbero da rivedere dopo meno di 15 anni dal loro collaudo e questo non è concepibile». La presidente di Confagricoltura suggerisce anche al sottosegretario alle Infrastrutture D’Angelis che «faccia pure delle verifiche sulle norme contenute nel decreto ministeriale, ma che siano rivolte agli elaborati di progetto delle dighe esistenti nell’Isola senza doverle necessariamente svuotare dal momento che di certo non corrono pericoli sismici». Per la presidente della Confagricoltura si tratterebbe di un decreto fuori da ogni logica e irresponsabile.