Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Una delle cause determinanti dell’attuale recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, è la caduta del reddito disponibile delle famiglie, che ha determinato una profonda contrazione dei consumi, anche alimentari”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati del “Rapporto annuale sulla situazione del Paese” dell’Istat.
 
Il Centro Studi di Confagricoltura calcola che, nel 2012, si è registrata una flessione in termini reali della spesa di beni alimentari del 3% (3,6 miliardi di euro in meno), il secondo calo per intensità degli ultimi sei anni (solo nel 2008 c’era stato una diminuzione peggiore). E dal 2006 si è perso praticamente il 10% degli “scontrini” delle famiglie, 13 miliardi circa che mancano nelle entrate delle imprese agricole e agroalimentari.
 
In questa situazione di calo dei consumi interni, le imprese agroalimentari – osserva Confagricoltura – puntano sempre più sull’export di cui si stima una crescita, nel 2013-2014, di oltre l’11%.
 
Il cibo, fino a pochi anni fa, non era messo in discussione. Su tutto si risparmiava tranne che sugli alimenti e sulla qualità da portare a tavola. Ora, il fenomeno che si registra – anche a causa della crisi economica – è una differente percezione, da parte dei consumatori, del rapporto prezzo/qualità per i beni alimentari; è un aspetto che preoccupa Confagricoltura “perché diminuisce l’attenzione verso il made in Italy, la tipicità, le vocazioni produttive del territorio”.
 
Confagricoltura ricorda che negli ultimi 5 anni si è assistito tra l’altro all’aumento delle famiglie italiane che privilegiano, come luogo di acquisto dei beni alimentari, gli hard discount (+2,5%): “Una crescita probabilmente dovuta proprio ad una maggiore attenzione alla convenienza, più che alla qualità”.