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“Mentre in Italia si registra la disoccupazione più alta degli ultimi vent’anni, in particolare quella giovanile che sfiora il 40,5%, l‘agricoltura tiene. Cresce infatti il numero degli occupati dipendenti in agricoltura (+3,6% nel 2012, +0,7% nel primo trimestre dell’anno secondo i dati Istat), invece in calo in tutti gli altri settori produttivi. I lavoratori dipendenti, secondo i dati Inps ed Enpaia, sono oltre un milione, mentre le imprese datoriali sono oltre 200 mila”. Lo hanno ricordato i presidenti di Cia e Confagricoltura, Giuseppe Politi e Mario Guidi, nell’incontro, in rappresentanza di Agrinsieme, con il ministro del Lavoro Enrico Giovannini.
Agrinsieme (che è il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Alleanza nazionale delle Cooperative agroalimentari) ha presentato al ministro Giovannini le proprie proposte per l’inserimento del settore agricolo negli incentivi all’occupazione e per la semplificazione. In primo luogo ha sollecitato un intervento che ripristini forme di flessibilità adeguate, a partire dai contratti a termine, che possono rappresentare anche un possibile strumento di entrata dei giovani nel mondo del lavoro.
“Proprio per le potenzialità che ha il settore primario è opportuno – ha osservato Mario Guidi – che le imprese possano usufruire degli incentivi all’occupazione fortemente limitati dalla regola comunitaria del de minimis, che non consente alle imprese agricole di percepire aiuti di stato superiori a 7.500 euro in tre anni”.
“Questa regola – che si applica ad esempio all’apprendistato ed a molte altre disposizioni agevolative – di fatto rende inapplicabile il regime di sgravi ai datori di lavoro agricolo; occorre individuare soluzioni per superare questo limite, eventualmente anche rinegoziandolo con l’ Unione europea”.
Politi ha quindi evidenziato le caratteristiche del mercato del lavoro agricolo, con l’incidenza dei rapporti a termine molto alta (circa il 90%), mentre è relativamente contenuta quella dei rapporti a tempo indeterminato (circa il 10%).
“Tarare le misure incentivanti sui rapporti a tempo indeterminato di fatto rende tali misure scarsamente applicabili al settore agricolo che invece merita la massima attenzione all’interno del contesto socioeconomico del Paese”. Agrinsieme quindi ha proposto al ministro Giovannini una revisione dell’apprendistato e l’introduzione di sgravi fiscali e contributivi per l’assunzione di giovani, anche con contratto a termine ‘stabile’, ossia di durata almeno triennale e con una garanzia occupazionale di almeno 101 giornate annue.
Guidi ha poi chiesto l’introduzione di alcune semplificazioni a costo zero, in materia di lavoro e senza ridurre i livelli di tutela in materia di sicurezza del lavoro.
“Bisogna puntare sul lavoro per far ripartire l’economia – hanno concluso i rappresentanti di Agrinsieme -.Tra le nostre proposte quella delle assunzioni di gruppo per reti d’impresa, gruppi economici, pool di aziende. Dalle campagne giunge un messaggio preciso al Paese, bisogna garantire un futuro, specialmente alle nuove generazioni”.