Categories: Archivio, Pol. Agricole

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"I focolai di peste suina in Sardegna sono raddoppiati rispetto allo scorso anno perche’ la Regione non ha messo in atto nessuno degli interventi concordati. Dunque, serve con urgenza un progetto di cattura e abbattimento degli animali abusivi prima che il comparto suinicolo in Sardegna scompaia e prima che i ristoranti non possano piu’ servire porcetto sardo". Lo denunciano Confagricoltura, Coldiretti e Cia, che attaccano in modo duro la Regione e chiedono oggi stesso un incontro con il presidente della Giunta Ugo Cappellacci.  

I sindacati degli allevatori – Luca Saba, direttore Coldiretti, Martino Scanu presidente Cia, Elisabetta Falchi presidente Confagricoltura, Maurizio Onorato direttore Confagricoltura, Velio Ortu direttore Cia – ricordano che un protocollo d’intesa firmato il 15 maggio del 2012 prevedeva entro il 30 luglio dello stesso anno il completamento dell’anagrafe di tutto il patrimonio suinicolo, cosa che non e’ mai stata fatta perche’, "evidentemente, ci sono interessi a non debellarla la peste suina, visto il gran giro di interessi e farmaci" per cui "quel protocollo e’ stato solo uno spot pubblicitario". Ma adesso e’ soprattutto l’Europa a scendere in campo, dopo aver constatato il fallimento del piano sanitario messo in atto dalla Regione: il 17 dicembre 2011 l’Ue ha imposto il blocco assoluto delle esportazioni delle carni e dei salumi provenienti dagli allevamenti regionali e, dopo 18 mesi, tutti i rimedi posti in campo dal sistema sanitario regionale non hanno portato a risultati concreti.

"E’ una situazione assurda – dice il direttore di Confagricoltura Maurizio Onorato – l’Europa ha detto basta perche’ non intende rischiare contagi nel resto d’Italia o anche fuori, e la Regione dopo aver speso una montagna di soldi non e’ riuscita a ottenere alcun risultato. Visto tutti questi fallimenti, si rischia concretamente che l’assessorato della Sanita’ venga commissariato".
I sindacati chiedono dunque, con urgenza, di regolarizzare i campi abusivi, garantire l’esportazione alle aziende certificate indenni dalla peste suina, promuovere politiche di rilancio di tutto il comparto, rivedere la politica degli indennizzi, realizzare un impianto regionale di smaltimento delle carcasse e avviare un piano di comunicazione rivolto a produttori e consumatori che spesso acquistano prodotti venduti come sardi ma che in realta’ nulla hanno di sardo. (AGI)