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Raggiunto l’accordo sugli ultimi quattro punti ancora in discussione:
– viene introdotta una degressività obbligatoria minima del 5% sopra i 150.000 euro (da applicarsi sul solo pagamento di base, senza quindi imputare ad “imponibile” la componente di aiuto di greening, i pagamenti accoppiati, e prevedendo la possibilità di prendere in conto anche i costi salariali). La degressività puo’ non essere applicata se lo Stato membro decide di utilizzare lo strumento del pagamento redistributivo per i primi ettari, utilizzando a questo scopo un minimo del 5% dell’enveloppe nazionale. Resta invece facoltativo il plafonamento.
– Sempre in tema di regolamento sui pagamenti diretti, non è stata accolta la richiesta del PE di diminuire il tasso massimo per i trasferimenti di fondi dal 2° al 1° pilastro, che rimarrà quindi del 15% (25% per i paesi che ricevono meno del 90% della media nazionale UE dei pagamenti diretti).
– Resta invariato anche il sistema di convergenza esterna, che permetterà a tutti gli Stati membri di raggiungere un livello di pagamenti diretti minimo (e vicino al 90% della media UE) entro il 2019.
– Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il Parlamento ha ben accolto il passo avanti del Consiglio che ha accettato un aumento all’85% dei tassi massimi di cofinanziamento nelle regioni meno sviluppate e ultraperiferiche (in pratica le zone ex obiettivo 1), mantenendo invariate le altre percentuali di cofinanziamento stabilite dal Consiglio di febbraio (73% e 63%, a seconda dei casi, nelle regioni in transizione, 53% nelle altre zone).
Ancora per quanto riguarda lo sviluppo rurale, le dotazioni finanziarie per Stato membro saranno inserite in allegato al regolamento di base e potranno essere modificate, solo in giustificati e ben determinati casi, dalla Commissione attraverso atti delegati.