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Una miscela da costruire coniugando innovazione e tradizione. E’ la nuova missione della Cantina Sociale di Monserrato, con la metropoli del vino dell’hinterland cagliaritano pronta a centrare traguardi importanti anche in ambito internazionale.
La road map è stata già tracciata dai vertici della cattedrale enologica di via Giulio Cesare conquistata da una squadra di giovani rampanti supportati da elementi d’esperienza: dal neo presidente Valerio Angioni al vice presidente Antonello Serra, poi Giancarlo Picciau – da qualche mese alla guida del Consorzio Agrario della Sardegna – Fabio Locci, Dario Loddo, Ignazio Loi, Elvio Orgiano, Stefano Rosas, Angelo Simbula, Roberto Spano e Carlo Spiga.
Le dinamiche del mercato saranno scandagliate dal responsabile marketing Agostino Pisano, la qualità delle bottiglie è nelle sapienti mani del giovanissimo enologo Ruggero Ariu.
Nelle viscere degli stabilimenti di Monserrato e Ussana si distribuisce la preparazione dei brand storici del polo enologico attraverso il meticoloso lavoro degli operai e degli agronomi.
Le parole d’ordine? <<Competitività da abbinare alla qualità immancabile dei vini isolani. Bianchi e rossi da meraviglia, con etichette da urlo – sintetizza il presidente Angioni – che possano conquistare nuove frontiere anche internazionali, ad iniziare dai mercati asiatici, poi il Nord Europa e gli Stati Uniti. Con un occhio particolare per i nostri fedelissimi consumatori isolani>>.
Cifre da capogiro nell’ultima stagione di raccolta dell’uva. <<Oltre 60 mila quintali di produzione che si tradurranno in vino di qualità. Alta qualità. Un miracolo da attribuire ai nostri soci che si ritagliano nelle campagne tra Sestu, Ussana, Monserrato, Donori, Samatzai e Pimentel>>.
I fiori all’occhiello dell’enoteca campidanese? Il cannonau Altanera, il monica Ominè, il vermentino Mon’serrà, il nasco Ailis – che ha ottenuto un inatteso premio al Vinitaly di Verona – il moscato Centelles, il nuragus Bastante.
Si punta a primeggiare anche sulle bollicine con la gamma degli spumanti da urlo, in cima alla lista il brand Riflesso.
Botti storiche e moderne barrique, con i giganti serbatoi, sono il fulcro della scommessa per il rilancio della Cantina, la più antica realtà produttiva dell’Isola datata 1924. <<Una storia lunga quasi novant’anni che ci induce a prefigurare nuovi orizzonti in grado di portarci nella hit parade delle strutture della Sardegna e della Penisola>>.
Su i calici, dunque, per questo viaggio verso un futuro di rossi e neri da pazzia. <<Una crescita che punta soprattutto sulla qualità del prodotto originata da un patrimonio vitivinicolo tra i più importanti dell’Isola e non solo>>. Grappoli sani, succosi e promettenti. Un binomio che si identifica con la nuova era della Cantina di Monserrato. Delizie da provare e assaggiare con i piatti della cucina tipica isolana. <<E, soprattutto, da vedere nelle nostre piattaforme di Monserrato, Quartu, Cagliari e Sanluri – prosegue Angioni – Abbiamo poi un progetto di espansione per una nuova vetrina nel centro di conferimento di Ussana.
E’ solo il prologo di un’avventura che deve aprirci alla conquista di nuovi lidi>>. Bottiglie da accaparrarsi al più presto e da custodire gelosamente. <<Le cifre certificano il nostro primato sui vini sfusi, ma la strada maestra sono le etichette imbottigliate che escono da questa metropoli del vino, con l’arte enologica del Campidano che si esprime in produzioni da far girare in tutto il mondo>>.
La road map è stata già tracciata dai vertici della cattedrale enologica di via Giulio Cesare conquistata da una squadra di giovani rampanti supportati da elementi d’esperienza: dal neo presidente Valerio Angioni al vice presidente Antonello Serra, poi Giancarlo Picciau – da qualche mese alla guida del Consorzio Agrario della Sardegna – Fabio Locci, Dario Loddo, Ignazio Loi, Elvio Orgiano, Stefano Rosas, Angelo Simbula, Roberto Spano e Carlo Spiga.
Le dinamiche del mercato saranno scandagliate dal responsabile marketing Agostino Pisano, la qualità delle bottiglie è nelle sapienti mani del giovanissimo enologo Ruggero Ariu.
Nelle viscere degli stabilimenti di Monserrato e Ussana si distribuisce la preparazione dei brand storici del polo enologico attraverso il meticoloso lavoro degli operai e degli agronomi.
Le parole d’ordine? <<Competitività da abbinare alla qualità immancabile dei vini isolani. Bianchi e rossi da meraviglia, con etichette da urlo – sintetizza il presidente Angioni – che possano conquistare nuove frontiere anche internazionali, ad iniziare dai mercati asiatici, poi il Nord Europa e gli Stati Uniti. Con un occhio particolare per i nostri fedelissimi consumatori isolani>>.
Cifre da capogiro nell’ultima stagione di raccolta dell’uva. <<Oltre 60 mila quintali di produzione che si tradurranno in vino di qualità. Alta qualità. Un miracolo da attribuire ai nostri soci che si ritagliano nelle campagne tra Sestu, Ussana, Monserrato, Donori, Samatzai e Pimentel>>.
I fiori all’occhiello dell’enoteca campidanese? Il cannonau Altanera, il monica Ominè, il vermentino Mon’serrà, il nasco Ailis – che ha ottenuto un inatteso premio al Vinitaly di Verona – il moscato Centelles, il nuragus Bastante.
Si punta a primeggiare anche sulle bollicine con la gamma degli spumanti da urlo, in cima alla lista il brand Riflesso.
Botti storiche e moderne barrique, con i giganti serbatoi, sono il fulcro della scommessa per il rilancio della Cantina, la più antica realtà produttiva dell’Isola datata 1924. <<Una storia lunga quasi novant’anni che ci induce a prefigurare nuovi orizzonti in grado di portarci nella hit parade delle strutture della Sardegna e della Penisola>>.
Su i calici, dunque, per questo viaggio verso un futuro di rossi e neri da pazzia. <<Una crescita che punta soprattutto sulla qualità del prodotto originata da un patrimonio vitivinicolo tra i più importanti dell’Isola e non solo>>. Grappoli sani, succosi e promettenti. Un binomio che si identifica con la nuova era della Cantina di Monserrato. Delizie da provare e assaggiare con i piatti della cucina tipica isolana. <<E, soprattutto, da vedere nelle nostre piattaforme di Monserrato, Quartu, Cagliari e Sanluri – prosegue Angioni – Abbiamo poi un progetto di espansione per una nuova vetrina nel centro di conferimento di Ussana.
E’ solo il prologo di un’avventura che deve aprirci alla conquista di nuovi lidi>>. Bottiglie da accaparrarsi al più presto e da custodire gelosamente. <<Le cifre certificano il nostro primato sui vini sfusi, ma la strada maestra sono le etichette imbottigliate che escono da questa metropoli del vino, con l’arte enologica del Campidano che si esprime in produzioni da far girare in tutto il mondo>>.