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Non è ancora chiaro ma probabilmente alcune errate valutazioni da parte degli uffici della Regione potrebbero aver compromesso l’esito della gara per l’acquisto dei vaccini contro la Lingua Blu che si è svolta il 3 Febbraio scorso.
Ad oggi non ci sono notizie sul bando che doveva essere chiuso in tempi rapidi per garantire l’inizio della campagna di prevenzione contro la febbre catarrale ovina, che per essere efficace, dovrebbe partire non oltre i mesi di marzo/aprile. Il rischio invece è che ancora una volta si ripeta un avvio tardivo della vaccinazione come è avvenuto lo scorso anno. Come più volte denunciato da Confagricoltura, la Regione è intervenuta fuori tempo massimo quando le temperature sfioravano i 40 gradi e i capi erano già gravidi. Gli effetti della mancata prevenzione sono stati devastanti e hanno generato la moria di 105.000 capi, circa 290.000 animali colpiti dalla malattia e circa 246.000 affetti da sintomi riferibili alla febbre catarrale degli ovini. “Abbiamo interpellato l’assessorato per sapere se quest’anno sarà possibile far partire le vaccinazioni a Marzo/Aprile e come si sia chiuso il bando di gara sull’acquisto dei vaccini, se siano stati richiesti tutti e 5 i sierotipi (1, 2, 4 e16 presenti in tutto il territorio regionale e del sierotipo 8 riscontrato nella sola provincia di Olbia Tempio) – sottolinea la presidente di Confagricoltura Sardegna Elisabetta Falchi – così come certificato dalle Note del Ministero della Salute (DGSAF n. 23649 dell’11 dicembre 2013 e DGSAF n. 1428 del 24 gennaio 2014) ma non abbiamo ancora ottenuto risposta”.
Le vaccinazioni sono problematiche non solo per gli ovini ma anche per i bovini. Confagricoltura ha registrato le preoccupazioni di numerosi allevatori del sassarese che lamentano la mancanza del sierotipo 2 necessario per la movimentazione. Il 18 febbraio è scaduto il termine ultimo per la libera circolazione dei vitelli verso i territori stagionalmente liberi dal culicoide. Non essendo disponibile il vaccino non sarà possibile movimentare i bovini fuori dalla Sardegna con disastrose conseguenze economiche per gli imprenditori.
Sono ingenti i danni cagionati dalla Lingua Blu, stimati in 40 milioni di euro. Gli allevatori hanno percepito indennizzi sufficienti a colmare soltanto il 30-35% delle perdite subite.
Le risorse stanziate sono dunque troppo scarse e non si capisce perché i 6 milioni di euro, che secondo le intenzioni espresse più volte dall’assessorato dovevano servire per incrementare gli esigui indennizzi per gli allevatori, siano stati improvvisamente destinati all’Agenzia Laore (con delibera della Giunta Regionale n. 54/7 del 30.12.2013) per rafforzare l’azione di prevenzione, controllo ed eradicazione della febbre catarrale degli ovini.
Sulla base del programma di interventi risulta che l’agenzia utilizzerà queste risorse per effettuare una campagna di informazione e formazione degli allevatori sulle modalità di lotta agli insetti-vettori, per educarli al risanamento ambientale e all’adeguamento strutturale delle aziende.
“Pur considerando necessaria la prevenzione – sottolinea Elisabetta Falchi- non si comprende come possano essere spesi 6milioni di euro in studi e ricerche quando Laore ne ha già effettuato in passato senza mai darne corso con azioni concrete. Sarebbe necessaria una spendita più oculata, per avviare un sistema di monitoraggio e controllo sugli effetti della malattia e dei vaccini e per istituire un’unità di crisi permanente. Un tavolo tecnico scientifico che includa Università, enti di ricerca, ASL, Istituto zooprofilattico, ARA e OO.PP.AA. in grado di occuparsi di tutte le epizoozie presenti nell’isola”.
Leyla Manunza (3471544062)