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(CHB) – Roma, 05 mar 2014 – Quasi 800 milioni di euro. E’ il costo del Sian, il sistema informativo agricolo nazionale coordinato dal ministero dell’Agricoltura e che distribuisce ogni anno circa 7 miliardi di fondi comunitari al settore primario. Come scrive oggi La Repubblica, la procura di Roma ha aperto una inchiesta per fare luce sulla gestione del Sian, da 20 anni in mano a gruppi privati, sempre gli stessi, e che di recente hanno avuto un nuovo contratto aumentato di altri 90 milioni.
"Dal 2010 ad oggi – scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro – sono stati prodotti almeno una decina di dossier, tra relazioni di collaudo, audit interni, perizie legali che dimostrano come il Sian sia un costosissimo colabrodo, un sistema che ha drenato fino ad oggi dalle casse dello Stato la bellezza di 780 milioni di euro". "A giudicare dalle 62 pagine dell’ultima di queste relazioni di collaudo, certificata dallo studio dell’ingegner Giuseppe Felice e finita nel fascicolo aperto dal pm di Roma Alberto Pioletti proprio sul funzionamento del Sian, di cose che non tornano ce ne sono parecchie. Le superfici dei terreni, ad esempio. Quelle inserite via internet nel sistema dagli agricoltori in molti casi sarebbero diverse da quelle reali. Ci sono società agricole che accumulano penalità di 200 mila euro e ottengono comunque il denaro e ci sono finestre del software in cui un soggetto compare prima come intestatario di 2 fabbricati agricoli, poi all’improvviso di 23. Alla stessa data".
"Dal 2007 – ricostruisce La Repubblica – il sistema è in mano alla Sin, spa partecipata per il 51 per cento da Agea (società del ministero), per il 49 per cento da un raggruppamento temporaneo di imprese Rti: Almaviva è mandataria con il 20,02%, poi ci sono Auselda1, Sofiter2, Telespazio, Cooprogetti, Ibm, Agriconsulting, Agrifuturo. "Sono loro, quell’anno, ad aggiudicarsi il super appalto da 1,1 miliardi di euro per gestire il Sian fino al 2016, ed erano loro che avevano fornito ad Agea lo stesso servizio dal 2001 al 2007, riuniti in consorzio sotto il nome "Agrisian". "Ed erano loro anche prima – si legge nell’esposto alla procura firmato da Ernesto Carbone, ex presidente e amministratore delegato di Sin, deputato vicinissimo a Matteo Renzi – i fornitori di Agea sono stati sempre gli stessi, sebbene in compagnie societarie diverse nella forma, ma immutate nella sostanza".
"Dal 2007 – ricostruisce La Repubblica – il sistema è in mano alla Sin, spa partecipata per il 51 per cento da Agea (società del ministero), per il 49 per cento da un raggruppamento temporaneo di imprese Rti: Almaviva è mandataria con il 20,02%, poi ci sono Auselda1, Sofiter2, Telespazio, Cooprogetti, Ibm, Agriconsulting, Agrifuturo. "Sono loro, quell’anno, ad aggiudicarsi il super appalto da 1,1 miliardi di euro per gestire il Sian fino al 2016, ed erano loro che avevano fornito ad Agea lo stesso servizio dal 2001 al 2007, riuniti in consorzio sotto il nome "Agrisian". "Ed erano loro anche prima – si legge nell’esposto alla procura firmato da Ernesto Carbone, ex presidente e amministratore delegato di Sin, deputato vicinissimo a Matteo Renzi – i fornitori di Agea sono stati sempre gli stessi, sebbene in compagnie societarie diverse nella forma, ma immutate nella sostanza".