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Una delegazione di 3 veterinari di Taiwan guidata da due funzionari del Ministero della Salute ed accompagnati da un rappresentante di Assica ha visitato il 5 novembre u.s. l’azienda suinicola Monreale.
La delegazione era composta anche da una rappresentante della Regione sarda, dal direttore del servizio veterinario e due veterinari della ASL n. 6.
Obiettivo della visita, che ha interessato anche porti, aeroporti, macelli e stabilimenti di trasformazione sardi, era quello di valutare le procedure di sicurezza delle aziende, dal momento che Taiwan intende liberalizzare l’importazione di carne suina dall’Italia. I tre veterinari del Taiwan presenti fanno parte del comitato che dovrà decidere sull’import.
Inizialmente la delegazione ha voluto conoscere la storia e il profilo attuale dell’azienda. Il titolare ha raccontato brevemente le origini e illustrato la struttura attuale della propria impresa.
Una realtà da oltre 16.000 capi
L’azienda Monreale, situata al km 5 della provinciale che collega San Gavino Monreale a Pabillonis, nasce nel 1963 come allevamento di ovaiole. A metà degli anni ’70 la crisi del settore avicolo spinge al cambio di indirizzo produttivo e nasce l’allevamento suino.
Oggi l’azienda ha un’estensione di circa 90 ha, vanta un allevamento di suini da ingrasso per la produzione del suino leggero da macelleria a ciclo chiuso con circa 1100 scrofe e complessivamente circa 16.000 capi, i suini maturi vengono venduti quando raggiungono i 120/125 kg di peso. Si tratta esclusivamente di capi nati e cresciuti in Sardegna, compresi i capi riproduttori.
L’azienda ha da 24 anni un impianto di biogas che funziona non a biomasse vegetali, bensì solo a refluo zootecnico, il primo realizzato in Italia.
Regole ferree per lavoratori e visitatori
La delegazione ha potuto apprezzare gli elevati standard igienici e sanitari di questo allevamento suinicolo.Per accedere all’interno dell’azienda vigono delle regole molto rigide. L’azienda è suddivisa in due aree: area sporca e area pulita. Nell’area sporca si trovano il rutiluvio – una vasca con acqua e disinfettante il cui passaggio è d’obbligo per chiunque voglia entrare in azienda con un mezzo – i parcheggi, un capannone evacuazione morti e un contenitore frigo a – 20°. I mezzi che devono caricare il prodotto passano solo nella zona sporca. Solo i mezzi esplicitamente autorizzati, che forniscono le materie prime alimentari, possono accedere alla zona pulita passando però per una seconda “purificazione” dove le ruote del mezzo e le scarpe dell’autista devono essere disinfettate.
Le materie prime alimentari vengono immesse in azienda con il doppio impacchettamento, il primo dei quali viene rimosso all’ingresso, prima di oltrepassare la vasca con il disinfettante. Inoltre i mangimi prima di essere sistemati nei locali di stoccaggio vengono irradiati con raggi U.V. .
Anche le regole nei confronti del personale sono molto stringenti: chi opera all’interno dell’azienda non può andare a caccia, non può avere contatti con altri allevamenti, non può mangiare in azienda se non in mensa. Il personale prima di iniziare a lavorare deve farsi la doccia e cambiarsi indossando l’abbigliamento aziendale.
Chiunque visiti l’azienda oltre a dotarsi di camice e calzari, deve registrarsi in un apposito registro e nel caso di visita agli animali (premesso che nelle 48 precedenti non abbia fatto altre visite) cambiarsi completamente ed indossare tuta, stivali e guanti.
Un centro GGP all’avanguardia
L’azienda è suddivisa in cinque parti e strutturata in ambienti atti a garantire il benessere degli animali: area riproduzione con sale parto, gestazione e fecondazione; area svezzamento, area accrescimento e finissaggio; zona quarantena per la quale esiste anche un altro accesso.
La delegazione ha voluto visitare la sala parto e l’area adibita allo svezzamento, soffermandosi sulle tecniche di gestione delle scrofe iperprolifiche nonchè sulla somministrazione, già nei primi giorni di vita, di alimenti fortemente competitivi con il latte materno, oltre che sulle modalità di climatizzazione per garantire il massimo benessere sia della madre che dei suinetti.
Grande interesse ha suscitato la presenza di un centro GGP con un nucleo di riproduttori in selezione di altissima genealogia – l’azienda è un centro genetico di moltiplicazione PIC (compagnia internazionale leader del miglioramento genetico dei suini) – questo significa che l’azienda moltiplica il suo patrimonio al proprio interno, compra solamente seme GGP (seme di verri selezionati) ogni 21 giorni ed una volta all’anno un piccolo numero di verri finali. Effettua solo fecondazione artificiale da oltre 30 anni. Da sottolineare che il centro verri è completamente separato dal resto dell’allevamento, il personale che lavora nel centro verri non ha contatti con il resto del personale.
Dal 1980 tracciabilità informatizzata
La delegazione ha prestato grande attenzione ai sistemi di tracciabilità esistenti in azienda in particolar modo alle procedure gestionali e informatiche e ha potuto valutare positivamente che l’azienda è dotata di procedure di tracciabilità, gestione, alimentazione, somministrazione farmaci, tutte certificate con procedure ISO.
Grazie ad una politica gestionale interamente computerizzata l’azienda dal 1980 ha un sistema di tracciabilità e rintracciabilità che segue gli animali dal momento della nascita e in ogni fase della propria vita con – dal 2005 – un codice/lotto identificativo. Mentre per tutti i capi la tracciabilità è applicata per lotti, i riproduttori (scrofe e verri) vengono tracciati individualmente.
Gli animali vengono marchiati, con il tatuaggio pneumatico, in sala parto prima di essere svezzati e comunque entro 30 gg. dalla nascita nonostante la legge preveda il tatuaggio entro i 70 gg. di vita.
La tracciabilità dei lotti segue gli animali in tutta le fasi della loro vita durante lo svezzamento, l’ingrasso, fino alla la vendita.
Una attenzione particolare viene posta nella gestione del farmaco. L’azienda ha degli ambienti dedicati per la gestione dei capi sottoposti a trattamenti sanitari, i capi trattati vengono fisicamente separati e nel rispetto dei tempi di sospensione dei medicinali vengono successivamente commercializzati.
Tutti gli animali movimentati, venduti o morti sono tracciati nel sistema informativo aziendale e segnalati alla BDN (Banca Dati Nazionale). L’aggiornamento in BDN viene fatto contestualmente all’evento direttamente in azienda.
La tracciabilità in uscita pertanto consta di tre momenti: documentale/cartacea; registro di carico e scarico; BDN.
Produttività e qualità
L’azienda svezza circa 600 capi alla settimana. La media annua è di circa 34 nati vivi per scrofa. Lo svezzamento avviene a 27-28 giorni quando i circa 12 capi per scrofa pesano mediamente 7,5 kg. In 7 mesi gli animali vengono portati a 120 kg. Grazie al miglioramento genetico per ottenere il bilanciamento tra quantità di grasso e quantità di carne magra degli animali l’azienda è in grado di garantire un suino leggero molto magro adatto per la macelleria e in grado pertanto di soddisfare le richieste del mercato fortemente condizionato dall’importazione.
Garanzie sanitarie
Altra questione di grande interesse per la delegazione del Taiwan è stata quella delle qualifiche sanitarie raggiunte dall’azienda che è qualificata per Auzewsky, PSA, MVS, Trichinella.
In conclusione c’è stato grande apprezzamento da parte della delegazione del Taiwan e dei membri del Ministero della Salute per l’elevata professionalità nella conduzione dell’azienda e per l’applicazione delle procedure di gestione che sono in grado di assicurare le più ampie garanzie sanitarie.