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“L’agricoltura ha sempre svolto, sin dai suoi albori, un ruolo sociale a vantaggio della collettività ed è naturale che continui a farlo adattandosi al nuovo contesto socio economico in cui opera”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo al convegno “Agricoltura sociale e microcredito” organizzato oggi nel Padiglione Italia di Expo 2015 dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dall’Ente nazionale per il microcredito.

 
“Questa funzione sociale dell’agricoltura rientra nel concetto di sostenibilità – ha proseguito Guidi – che ogni azienda dovrebbe perseguire, intendendo come tale l’insieme di buone pratiche tese ad uno sviluppo del settore rispettoso dell’ambiente, della collettività ed economicamente valido”.
 
Tema centrale, questo, del convegno, su cui si è espressa di recente anche la Commissione europea con una specifica comunicazione in cui viene rilanciata la necessità di basare lo sviluppo sostenibile su tre dimensioni, sociale, ambientale ed economico, ed a cui dedica ampio spazio anche la nuova Programmazione 2014-2020. Anche l’Accordo di partenariato prevede di promuovere l’occupazione, l’inclusione sociale e la lotta alla povertà; di investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente.
 
“Confagricoltura – ha detto Guidi – è fortemente impegnata nella valorizzazione di queste aziende, che fanno parte del progetto Ecocloud, la rete delle buona pratiche in cui sono state raccolte, e condivise con le imprese, i consumatori ed i trasformatori, esperienze di sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale”.
 
In Italia, con la recente approvazione e pubblicazione della Legge 141/2015 sull’Agricoltura Sociale, si promuovono nuove potenzialità dell’agricoltura, direttamente legate alla capacità di generare benefici per le fasce svantaggiate e vulnerabili della società, anche attraverso servizi innovativi, che spesso coprono la crisi dei sistemi tradizionali di assistenza sociale.
 
“In questo modo – ha detto il presidente di Confagricoltura – si riconosce e si  valorizza il ruolo multifunzionale dell’agricoltura anche nel campo dei servizi alla persona, che nasce da una tradizione connaturata al settore, caratterizzata dal legame tra azienda agricola e famiglia rurale e da pratiche di solidarietà e mutuo aiuto. Quindi la tradizione in un’ottica di innovazione, attraverso un diversificazione che non è soltanto legata al prodotto o alla salvaguardia dell’ambiente, ma anche a forme di welfare sempre meno basate sull’assistenzialismo”.
 
“Il pregio di questa Legge – ha aggiunto Marco Di Stefano, presidente della Rete delle Fattorie Sociali, di cui fanno parte numerosissime aziende agricole di Confagricoltura – non è solo quello di creare un primo quadro uniforme di regole per la definizione del settore, ma anche di voler fornire gli strumenti alle Fattorie Sociali per superare gli ostacoli burocratici che oggi spesso devono affrontare nello svolgimento delle loro attività. Ora serve continuare nel solco della Legge con l’emanazione dei decreti attuativi e con il lavoro delle Regioni per il riconoscimento delle attività già esistenti e di quelle nuove, che deve necessariamente vedere coinvolti da parte delle Istituzioni gli operatori dell’agricoltura sociale”.
 
“Siamo convinti  – ha proseguito Di Stefano – che da parte del governo l’attenzione sia alta, come dimostra l’impegno del vice ministro delle Politiche agricole Andrea Olivero e anche da parte del Parlamento, con le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, a cui va il nostro ringraziamento per il lavoro fatto finora e la sensibilità mostrata verso le istanze degli operatori”.
 
L’agricoltura sociale è importante anche la ricaduta economica sulle fasce più deboli e sulle aree più svantaggiate, come testimonia l’interesse per l’argomento dell’Ente Nazionale per il Microcredito e l’impegno del suo presidente Mario Baccini.