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In attesa dell’autorizzazione all’esportazione del maialetto termizzato annunciata nel mese di ottobre u.s., e peraltro atto dovuto a seguito del Decreto Legislativo del 27 maggio 2005 n. 117, rimane a margine e desta forte preoccupazione l’attività dell’Unità di Missione per l’eradicazione della Peste Suina Africana, vero problema per la Sardegna e per il comparto suinicolo, che rischia di scomparire.
Questa struttura, a distanza di un anno dal suo insediamento, pare fare acqua da tutte le parti:
– quali sono i risultati dell’Audit effettuato nel mese di ottobre da parte del Food Veterinay Office della Commissione Europea?
– anche il secondo bando di gara, così come il primo, per l’individuazione della struttura incaricata del depopolamento degli animali bradi, punto centrale del Piano, è andato deserto;
– sulle finestre di regolarizzazione, chiuse il 30 novembre u.s., non è dato sapere se hanno portato realmente all’emersione di allevamenti irregolari, e quanti in termini numerici;
– nessuna novità sull’autorizzazione all’export dei prodotti stagionati, che davvero questi si, potrebbero costituire un importante sbocco per le nostre produzioni e avere una ripercussione significativa in termini economici per le aziende suinicole sarde;
– nessuna tutela, nonostante l’annuncio dell’istituzione di un Posto di Ispezione Frontaliero in Sardegna, in merito alle carni importate dall’estero e che magari sono vendute come produzioni sarde generando un duplice danno alla nostra economia. Da un lato noi non possiamo esportare carni sane – le nostre carni prima di essere commercializzate subiscono un’infinità di controlli: prelievi semestrali, prelievi ante mortem, sanificazione e piombatura dei mezzi, macellazione dedicata, trasporto delle carcasse dedicato, ecc.. – dall’altro importiamo carni che vengono consumate in Sardegna, di cui poco o nulla sappiamo in merito alla loro salubrità e sicurezza alimentare.
Vorremmo ricordare che la Giunta Regionale ha preso l’impegno di debellare definitivamente la PSA chiamando esperti da Bruxelles e dalla Spagna che dovrebbero garantire risultati.
Vorremmo ricordare che nel nuovo PSR il comparto suinicolo è stato inserito nella Misura del benessere animale e parlare di benessere con la PSA ancora presente è quanto meno contradditorio.
Il vero obiettivo deve essere, pertanto, l’eradicazione della PSA, dare credibilità al sistema, far rispettare le norme comunitarie, nazionali e regionali.
Questo è un prerequisito per attuare reali politiche di valorizzazione per il comparto e commercializzare il nostro maialetto e i nostri salumi con marchi DOP o IGP.
Vogliamo continuare ad elemosinare provvedimenti tampone di carattere limitativo, parziale, temporale, che non servono alla totalità delle aziende suinicole sarde, o vogliamo risolvere il problema alla radice una volta per tutte e a vantaggio di tutto il sistema suinicolo?
Sono questi gli elementi alla base della richiesta di un incontro urgente con i responsabili della Giunta e con l’Unità di Missione.