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Una delegazione di Confagricoltura, guidata dal vicepresidente Ezio Veggia e dalla presidente della Federazione nazionale suinicola Giovanna Parmigiani, ha partecipato oggi, a Brescia, al tavolo di filiera suini, presenziato dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
Il settore suinicolo, che rappresenta uno dei più importanti asset dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, negli ultimi tre anni ha subito una contrazione del valore della produzione di quasi il 9%, passando dagli oltre tre miliardi di euro del 2013 ai 2,8 del 2015. Contestualmente si è contratto il numero degli allevamenti, passando da oltre 50 mila nel 2007 a 36 mila nel 2016, e dei capi, che nello stesso periodo ha registrato un calo del 5%. A questo fenomeno si è accompagnato un aumento delle importazioni di suini vivi del 26% in valore e del 58% in volume.
Per quanto riguarda la redditività, da settembre 2015 ad aprile 2016, i prezzi medi dei suini sono diminuiti di oltre il 15%, mentre i costi di produzione sono aumentati di quasi l’8%.
“E’ evidente dunque – hanno sottolineato i rappresentanti di Confagricoltura – la crisi strutturale ed economica-finanziaria delle aziende di allevamento, che necessita di un’attenta strategia di rilancio della filiera. A cominciare da interventi che contribuiscano a migliorare la situazione di liquidità degli allevamenti, a politiche di settore da inserire nei PSR. Con particolare attenzione al sistema di etichettatura di origine obbligatoria e ad azioni di informazione e promozione sul consumatore”.
Le proposte del ministro Martina, sono a parere di Confagricoltura, una buona base per superare la crisi del comparto, ma vanno ancora eliminati, per quanto riguarda il credito, alcuni ostacoli che hanno sinora caratterizzato la "moratoria del latte". Va, inoltre, prevista la proroga della misura agevolativa dell’IVA che scade a fine anno (su cui ha concordato anche il ministro) e una misura per l’etichettatura di origine delle materie prime sui trasformati a base di carni suine, come già previsto dal governo francese e in analogia a quanto l’Italia fa per i lattiero caseari e che, possibilmente, sia valida a livello europeo.
Sul fronte della promozione, infine, vanno incentivati schemi di qualità dove gli allevatori siano protagonisti. A tale riguardo Confagricoltura si è detta disponibile a costituire consorzi e reti di produttori per favorire l’aggregazione.