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Secondo il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci agroalimentare non si è operata la dovuta distinzione tra reati gravi e violazioni, anche solo meramente formali. Ciò porterà a una totale discrezionalità che va corretta.
Un provvedimento positivo nella parte in cui si rafforzano le norme penali di contrasto al fenomeno del caporalato, attraverso l’introduzione di nuovi strumenti come la confisca dei beni e l’arresto in flagranza. Ora però molta attenzione va posta sull’applicazione delle disposizioni, su cui resta alta la nostra preoccupazione. Così Agrinsieme commenta l’approvazione della legge sul caporalato.
Se da un lato Agrinsieme non può che condividere lo spirito della norma, che è quello di mantenere alta l’attenzione sul fenomeno dello sfruttamento del lavoro rafforzando gli strumenti di controllo e repressione – azioni che vanno nella direzione di salvaguardare non solo i lavoratori, vittime di comportamenti criminali, ma anche la maggioranza delle aziende agricole sane che subisce un’ingiusta concorrenza sleale – dall’altro lato preoccupa molto il fatto che lo spirito della norma non sia stato adeguatamente tradotto nel testo.
Si è persa l’occasione di fare un provvedimento che avrebbe soddisfatto tutti -dice il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari- perché le preoccupazioni rimangono e non riguardano solo il settore agricolo.
Nella parte in cui si individuano gli indici di sfruttamento del lavoro, infatti, non si è operata la dovuta distinzione tra reati gravi/gravissimi e violazioni, anche solo meramente formali, della legislazione e sul lavoro e della contrattazione collettiva. Ciò determinerà una totale discrezionalità da parte di chi è deputato all’applicazione della legge, in primis gli ispettori del lavoro e a un secondo livello la stessa magistratura, considerata la mole importante di contenzioso che presumibilmente si andrà a produrre.
Tali preoccupazioni, d’altra parte, sono state espresse anche da numerosi parlamentari durante la discussione in Aula attraverso la presentazione di specifici Ordini del giorno finalizzati a orientare l’applicazione concreta della norma penale a quelli che sono gli obiettivi prefissati, ovvero punire situazioni oggettive di reale sfruttamento del lavoratore.
Per questo Agrinsieme si impegnerà affinché, nella fase attuativa della legge, ci sia la giusta attenzione a questi aspetti e, qualora occorresse, coglierà le occasioni che si presenteranno per modificare la norma.