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“L’apertura di nuovi mercati rappresenta una priorità imprescindibile per l’agroalimentare italiano, specie se si tratta di mercati in Paesi con una ricchezza pro-capite alta, con standard simili a quelli europei. Per questo, l’accordo commerciale di libero scambio con il Canada rappresenta una risorsa e un’opportunità importante per il sistema agroalimentare Made in Italy”.
Così il coordinatore di Agrinsieme, il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia, Confagricoltura e Copagri Giorgio Mercuri commenta la notizia del voto favorevole del Parlamento europeo all’accordo UE-Canada CETA.
“La strategia di politica commerciale dell’Unione europea si è confermata fondamentale sia per sia migliorare le condizioni di accesso ai mercati dei paesi terzi che per cercare di facilitare gli operatori. Il Canada – prosegue Mercuri – rappresenta un mercato di sbocco di grande rilievo, con opportunità importanti in particolare per il comparto lattiero-caseario, vitivinicolo e ortofrutticolo.
L’inclusione nel Trattato con il Canada del sistema di denominazione di origine è frutto di un lungo e complesso lavoro portato avanti durante il negoziato che consente la tutela e la difesa dello straordinario patrimonio dei prodotti europei di qualità certificata. I consumatori canadesi hanno dimostrato negli ultimi anni di apprezzare le eccellenze italiane ed europee, che sono garantite da standard di produzione fra i più sicuri al mondo. Sui circa 180 prodotti di qualità certificata che sono stati riconosciuti all’interno del negoziato, quelli Made in Italy sono circa un quarto. Con la sigla del trattato, buona parte delle nostre DOP E IGP potrà godere di un livello di protezione prima insperabile. Si tratta di un patrimonio particolarmente strategico per l’agricoltura italiana, che merita tutti gli sforzi e le attenzioni necessarie a valorizzarlo sui mercati”.
Agrinsieme ricorda infine che nell’ultimo anno -tra prodotti agricoli, cibi e bevande- le esportazioni tricolori in Canada hanno superato i 640 milioni di euro e, dal 2000 a oggi, sono cresciute del 39%.
Sul fronte delle importazioni di prodotti agroalimentari dal Canada, “condizione obbligatoria – conclude Mercuri – sarà quella di prestare attenzione agli standard qualitativi dei prodotti interessati dagli scambi e ai loro processi di lavorazione al fine di garantire il rispetto della reciprocità.
Tenendo fisso l’obiettivo imprescindibile di salvaguardia delle nostre produzioni agricole e dei nostri standard, i risultati positivi ottenuti con il Canada possono rappresentare un esempio di lavoro da seguire all’interno delle relazioni di commercio internazionale. Ciò è particolarmente importante in una fase storica in cui posizioni di chiusura e di protezionismo sembrano prevalere all’interno del contesto mondiale.