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La Nuova Sardegna

I pastori sardi in Bulgaria: «Ecco le pecore da record»

All’università di agraria, a Plovdiv, un convegno sulle tecniche di allevamento L’obiettivo della ricerca è scoprire perché quelle sarde producono più latte

02 novembre 2017

SASSARI. Vertice tra i pastori bulgari e quelli sardi. La curiosa assise si è svolta nei giorni scorsi a Plovdiv (la seconda città del paese dopo la capitale Sofia) all’università di Agraria, in occasione dell’undicesima edizione del convegno sulla pecora bulgara Maritza. In Bulgaria ci sono due diverse specie di pecora: quella bianca, e quella con il manto pezzato e le macchie nere sulla testa.


La manifestazione, che si svolge in autunno, nasce nel 1990 grazie all’associazione degli allevatori bulgari: l’obiettivo è scongiurare il rischio di estinzione e migliorare le tecniche di selezione e di allevamento della pecora bulgara. Nell’ex paese comunista, infatti, negli ultimi decenni gli allevamenti ovini si sono quasi dimezzati. Quest’anno, per la prima volta, gli studiosi bulgari hanno deciso di invitare al congresso i massimi esperti nel settore dell’allevamento della specie ovicaprina della Sardegna, e questo perché la pecora sarda, a differenza di quella bulgara, ha un alto rendimento di produzione di latte.

Come ha ricordato il presidente regionale di Confagricoltura Luca Maria Sanna «la razza sarda è considerata la razza da latte migliore del mondo, frutto di 40 anni di studi». Proprio per questo i rappresentanti di Confagricoltura sono stati invitati in Bulgaria. «Vogliono sapere come siamo riusciti a selezionare e migliorare geneticamente la razza e vogliono conoscere le nostre tecniche di allevamento. Un confronto tra due esperienze diversissime che ha dato i suoi frutti».

Grazie alla mediazione del Circolo Sardica di Sofia, e del console onorario di Plovdiv Giuseppe De Francesco, sono stati invitati a partecipare al congresso i responsabili di Confagricoltura Sardegna e Carmelo Cicalò, un allevatore esperto che collabora con l’università di Sassari sui progetti finanziati dalla Unione Europea. In 15 anni di collaborazione con l’ateneo sassarese Carmelo Cicalò ha portato a termine diversi progetti per la valorizzazione del pecorino a latte crudo del Gennargentu.

«Grande riconoscimento è stato dato alla professionalità e all’esperienza della delegazione sarda, che ha portato un valido contributo a questa manifestazione che ogni anno coinvolge tutti gli allevatori bulgari», hanno detto gli emigrati sardi.

Nutrita la partecipazione dei rappresentanti sardi, da Luca Maria Sanna, presidente regionale di Confagricoltura, a Maurizio Podda, presidente nazionale della sezione ovicaprina di Confagricoltura, a Giannetto Arru Bartoli, direttore di Confagricoltura di Sassari.

La delegazione sarda di Confagricoltura, prima di andare a Plovdiv per il convegno, ha incontrato a Sofia, nella capitale bulgara, i dirigenti della Confindustria Bulgaria. Poi i rappresentanti di Confagricoltura, accompagnati dal presidente e dal vice del circolo Sardica, rispettivamente Gianfranco Vacca e Alessandro Calia, sono stati ricevuti dall’ambasciatore italiano a Sofia Stefano Baldi, al quale hanno presentato gli obiettivi del convegno organizzato dall’università di Plovdiv. I vertici di Confagricoltura hanno esposto all’ambasciatore italiano in Bulgaria la situazione degli allevamenti sardi e hanno presentato i prodotti tipici della Sardegna, in particolare i formaggi e i vini. A questo incontro ne è seguito un altro alla Camera di Commercio Italiana in Bulgaria, dove i vertici di Confagricoltura hanno incontrato il presidente Marco Montecchi e il segretario Generale Rosa Cusmano.

Un successo la trasferta in terra bulgara della delegazione di Confagricoltura che ha potuto mostrare i successi ottenuti dagli scienziati sardi sia per quanto riguarda il miglioramento della razza sia per le tecniche di allevamento.