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Confagricoltura da sempre ha espresso una posizione non contraria ai negoziati bilaterali tra UE e Paesi terzi, anche perché il libero scambio delle merci, anche a livello internazionale, è attualmente condizione fondamentale per la sussistenza delle imprese ed il loro sviluppo economico, soprattutto in un momento nel quale i segnali di chiusura e protezionismo di alcuni Paesi – ultimi gli USA – si fanno forti.

Anche riguardo al Ceta, l’accordo economico e commerciale di libero scambio tra Canada e Unione Europea, il parere è favorevole. Intanto perché prevede il riconoscimento di 143 indicazioni geografiche europee, di cui 41 sono italiane e 2 sarde (Pecorino Romano e Pecorino Sardo), a cui le autorità canadesi dovranno garantire un livello di tutela del tutto assimilabile al sistema europeo, con una reale salvaguardia del “Made in Italy”. Il Ceta, infatti, introduce il divieto di registrare marchi ingannevoli per il pubblico circa l’origine geografica dei beni.  Poi perché stabilisce l’eliminazione reciproca dei dazi doganali su tutte le merci. Infine sul versante delle importazioni, perché non intacca gli standard fito-sanitari. Il principio precauzionale che regola l’attività Ue in materia di standard fito-sanitari impone che tutti i prodotti importati dal Canada dovranno essere conformi alla regolamentazione dell’UE.

Gli accordi raggiunti dalle due parti certamente non sono del tutto soddisfacenti. Non si può pensare, infatti, di ottenere un riconoscimento integrale e illimitato laddove l’essenza di un negoziato sta nel raggiungimento di un compromesso. In tal senso Confagricoltura esprime alcune perplessità per le liberalizzazioni previste nell’Accordo per quanto concerne il settore cerealicolo, ed in particolare per quanto riguarda il frumento di media e bassa qualità poiché il prevedibile aumento di offerta del prodotto sul mercato europeo potrebbe condizionarne i prezzi; lo stesso dicasi per le possibili turbative sul mercato europeo (con immaginabili conseguenze indirette anche su quello italiano) che potrà creare la concessione dell’ampliamento della possibilità di esportazione di carni bovine e suine da parte del Canada.

Ma il giudizio finale non può che essere positivo ed è confermato dai risultati. Da quando l’accordo è entrato, provvisoriamente, in vigore le esportazioni verso il Canada sono aumentate (più 5,4% per quel che concerne il settore agricolo ed agroalimentare nel primo trimestre 2018 riaspetto allo stesso periodo del 2017) e le importazioni sono diminuite (-22,2%).

Il settore lattiero-caseario, che interessa in particolar modo la Sardegna con il Ceta potrà arrivare a raddoppiare le proprie vendite – i dati (più 24% nel primo trimestre 2018) comunicati nei giorni scorsi dal Presidente del Consorzio del Pecorino Romano vanno in questa direzione – e l’auspicio è che a beneficiarne sia tutto il comparto.

In conclusione, Confagricoltura Sardegna, a fronte della dichiarata avversità alla ratifica espressa dal vicepremier Di Maio, auspica che il governo italiano, prima di respingere un trattato così importante per l’economia italiana e sarda, faccia tutti gli opportuni approfondimenti così come annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole Centinaio.