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“La grave crisi in cui versa il comparto ovicaprino italiano richiede con urgenza misure che nell’immediato diano ristoro a una filiera ormai allo stremo; parallelamente a questi interventi, ne servono altri strutturali da attuare nel lungo periodo, che puntino a stabilizzare un comparto che da troppo tempo soffre gli andamenti altalenanti del mercato”. Lo hanno sottolineato i rappresentanti di Agrinsieme in occasione dell’odierna audizione in Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito della discussione congiunta di una serie di risoluzioni sulle iniziative a sostegno del comparto del latte ovicaprino.

 
Ad avviso del coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, “occorre in primo luogo intervenire con misure immediate per lo smaltimento delle eccedenze e il ritiro delle giacenze, che risolvano la crisi causata dalla sovrapproduzione e il conseguente crollo dei prezzi”.
 
“Nel lungo periodo, bisogna invece lavorare per avere dati certi inerenti alla produzione, attraverso un sistema di tracciabilità completa delle materie prime, da realizzare con un provvedimento legislativo specifico o valutando la possibilità di estendere all’ovicaprino le disposizioni già in essere per il latte bovino”, ha suggerito Agrinsieme, secondo cui “vanno anche rilevate in dettaglio le consegne, le produzioni e le importazioni di tutto il latte e di tutti i prodotti lattiero-caseari, compresi i semilavorati, con lo scopo di ottenere un quadro completo e trasparente della produzione e delle importazioni, indispensabile per una programmazione produttiva efficace e credibile. Allo stesso tempo, riteniamo fondamentale il ruolo del Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Romano, nel quale già attualmente sono rappresentati gli allevatori, valutando anche l’assegnazione delle quote produttive in capo agli stessi”.
 
“Tali misure contribuirebbero peraltro a ristabilire un rapporto equilibrato tra gli operatori della filiera, condizione imprescindibile per migliorare le relazioni contrattuali”, ha aggiunto il coordinamento, spiegando che “queste e altre proposte di intervento verranno discusse domani al Tavolo di Filiera al Mipaaft; tale Tavolo deve vedere la partecipazione di tutte le componenti, al fine di un completo coinvolgimento e di una reale condivisione delle strategie, e deve essere convocato con cadenza periodica”.
 
“Il comparto ovicaprino nazionale – ha ricordato Agrinsieme – conta oltre 7 milioni di capi; nella sola Sardegna, dove si concentrano le maggiori attività, si contano quasi 12 mila aziende, con un patrimonio che ammonta a oltre 3 milioni di capi, per una produzione media annua che nell’annata 2017-2018 è stata di 330 milioni di litri di latte ovino, la gran parte dei quali utilizzati per la produzione di Pecorino Romano DOP”.
 
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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.