Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Dai dati del servizio relativo ai cambiamenti climatici di Copernicus emerge che gennaio 2020 è stato il mese più caldo mai registrato (dal 1880, anno in cui sono cominciati i moderni rilevamenti), battendo il primato di gennaio 2016 (+0,03 gradi). Una situazione che è effetto dei cambiamenti climatici e che sta provocando enormi difficoltà all’agricoltura, in particolare nelle campagne del Centro-Sud del Paese, dove già si registrano forti ripercussioni dovute alla siccità. Lo ha sottolineato il Comitato Direttivo di Confagricoltura che ha fatto il punto sulle conseguenze delle anomalie climatiche.
Le temperature record e la mancanza di precipitazioni nel Centro-Sud – ha posto in evidenza Confagricoltura – compromettono i raccolti di orticole invernali ma anche estive e di cereali. Si registra, infatti, un deperimento organico delle piante. In molte aree la terra è arida; ad esempio, in Capitanata dove non piove da più di 50 giorni – il grano è nato ma non si sta sviluppando.
Confagricoltura ha ricordato che l’aumento delle temperature medie e la modifica del regime delle precipitazioni (intensità e durata) e della loro distribuzione geografica, ha già comportato forte variabilità dei corsi d’acqua (riduzione della portata media, maggiore eutrofizzazione); invasi a secco e quindi l’impossibilità di irrigazioni di soccorso.
Il caldo anomalo poi fa proliferare ulteriormente gli insetti alieni che danneggiano ulteriormente piante e produzioni – ha evidenziato l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Ci sono fioriture anticipate, per la falsa primavera, di piante frutticole, con il rischio poi, a causa delle eventuali gelate, di aumentare i danni.
Senza dimenticare il rischio alluvioni, passando da un eccesso all’altro (da zero pioggia a fenomeni virulenti, con l’acqua che scorre sui terreni aridi e non viene assorbita).
Con il 2019, l’Europa ha vissuto il suo anno solare più caldo, superiore al 2014, 2015 e 2018. E la CO2 continua a crescere.