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Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.
Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.
La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.
“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.
E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.
“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.
Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).
“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.
“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.
Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.