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E’ atteso un leggero calo della superficie agricola totale dell’Ue (dopo la Brexit,) nei prossimi dieci anni. Secondo le stime dell’European Agricultural Outlook Report 2020-30, presentate on line il 16 e 17 dicembre scorso, la superficie coltivata diminuirà di mezzo milione di ettari, scendendo a 161,2 milioni di ettari. Parallelamente, si prevede che l’area occupata dalle foreste continui ad espandersi, raggiungendo i 161 milioni di ettari. Nel 2030 la superficie forestale dell’Ue dovrebbe essere pari a quella agricola.
Entrando nel dettaglio dei seminativi gli investimenti a cereali e semi oleosi dovrebbero contrarsi, rispettivamente, a 51 milioni di ettari e 10,7 milioni di ettari. E’ prevista infatti una flessione della superficie coltivata a orzo e grano, compensata dalla crescita di quella a mais per soddisfare la richiesta di cereali da foraggio. Per quanto riguarda i semi oleosi dovrebbe fermarsi la riduzione della superficie investita a colza, mentre continueranno ad espandersi le aree coltivate a girasole e soia entro il 2030.
Complessivamente, tuttavia, la produzione totale di cereali dell’UE dovrebbe mantenersi stabile a 278,1 milioni di tonnellate, grazie al progresso delle rese (migliori sistemi di rotazione delle colture), a una migliore gestione del suolo e un maggiore utilizzo degli strumenti dell’agricoltura di precisione. Il consumo di cereali, rafforzato da un maggiore utilizzo alimentare, si stabilizzerà a 260 milioni di tonnellate, mentre il consumo totale nei mangimi potrebbe diminuire di 0,8 milioni di tonnellate. Le esportazioni di cereali dall’Ue aumenteranno grazie alla vicinanza ai mercati di importazione, principalmente nell’Africa mediterranea e subsahariana.
Tra dieci anni la produzione totale di oleaginose nell’Ue dovrebbe avanzare leggermente fino ai 30,2 milioni di tonnellate. Un progresso legato a una maggiore resa, in particolare della soia, che dovrebbe salire a 3,5 milioni di tonnellate guadagnando il 26,9% entro il 2030. La produzione di colza dovrebbe invece scendere a 16 milioni di tonnellate (-2,2% rispetto al 2020), mentre quella di girasole è attesa in crescita a quota 10,6 milioni di tonnellate (+ 6,6%). Il commercio di semi oleosi dovrebbe rallentare a medio termine nell’Ue e le importazioni di soia restare stabili per soddisfare la domanda di mangimi.
Un exploit è previsto per le colture proteiche della UE, che dovrebbero aumentare in superficie e rese. La forte domanda di prodotti proteici vegetali innovativi dovrebbe comportare un aumento del consumo del 30%. Inoltre, l’area dello zucchero dell’Ue dovrebbe stabilizzarsi nel prossimo decennio con una in crescita fino ai 16,2 milioni di tonnellate entro il 2030. L’aumento delle esportazioni di zucchero nei prodotti trasformati dovrebbe limitare il calo dei consumi, mentre i prezzi competitivi dovrebbero consentire all’Ue di diventare autosufficiente e potenzialmente esportatrice netta di zucchero. (F.B.)