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Numeri virus. L’ultimo focolaio in allevamenti di suini domestici in Sardegna si è verificato a Mamoiada il 12 settembre 2018 pertanto è da 32 mesi che non si verificano focolai di Psa in aziende suinicole registrate, da oltre 28 mesi non si evidenzia alcuna presenza di virus: l’ultimo riscontro data il 22 gennaio 2019, in un maiale brado a Desulo. Da oltre 25 mesi non si riscontra alcuna presenza virale nei cinghiali: ultimo riscontro 8 aprile 2019 nel Goceano.
Azioni. Il Piano prevede azioni sul territorio regionale per controlli biosicurezza, anagrafe e movimentazioni; la sorveglianza clinica, sierologica e virologica delle aziende suinicole; il monitoraggio sulla eventuale presenza residua dei suini bradi o irregolari; la vigilanza (rinforzata rispetto alle norme nazionali) sulla tracciabilità delle movimentazioni animali, dei prodotti alimentari di origine suina e dei sottoprodotti anche nelle imprese di ristorazione, agriturismi; il controllo su porti e aeroporti per la vigilanza in merito al rischio di esportazione del virus Psa attraverso prodotti di origine suina non controllati dall’autorità competente e la sorveglianza epidemiologica nei cinghiali e l’adozione delle misure utili al controllo ed eradicazione della Psa dal suino selvatico, incluse le misure necessarie per regolare l’attività venatoria.
Le azioni di depopolamento sui capi bradi costituiranno una priorità anche per il Piano di eradicazione della peste suina africana 2021- 2022 e il Piano insisterà in particolare sulla sorveglianza passiva del cinghiale anche in risposta alle osservazioni della commissaria europea nella recente discussione di concessione di aperture alla suinicoltura sarda.
Obiettivi. Prevenire l’insorgenza di nuovi focolai nei suini domestici; riconoscere ed eradicare prontamente eventuali focolai di infezione nei suini domestici; contrastare l’eventuale residua circolazione virale nei cinghiali e perseguire la progressiva riduzione della “zona infetta”; migliorare l’efficacia e la sensibilità della sorveglianza passiva ed attiva e applicare un apposito programma di informazione e formazione con tutti gli stakeholders, in particolare con le compagnie dei cacciatori. Il Piano mira anche a rilanciare il settore suinicolo regionale e alla commercializzazione extraregionale delle carni e dei prodotti ottenuti da suini allevati in Sardegna.
Caccia. Il piano prevede il divieto di caccia nella zona infetta per il selvatico ma, in questa area, l’attività venatoria è permessa durante la campagna venatoria annuale in deroga e allo scopo di alimentare la sorveglianza attiva della popolazione. Possono essere autorizzate le compagnie di caccia che hanno l’obbligo di consegnare ai servizi, i campioni di milza e sangue da tutte le carcasse degli animali abbattuti e custodire in biosicurezza le carcasse fino all’esito favorevole dei test. Nel resto della regione al di fuori dell’area infetta, la caccia è consentita durante la stagione venatoria da parte di compagnie di caccia autorizzate.