Condividi
Condividi
(CHB) – Cagliari, 07 ott 2022 – Il centrosinistra in Consiglio regionale torna alla carica sulla Pac e sull’esclusione del settore ovicaprino dall’eco-schema 1 del Piano di sviluppo nazionale.
MOZIONE. La mozione, primo firmatario Desire Manca (M5S) chiede alla Giunta “di mettere in campo adeguate misure di sostegno rivolte a tutte le aziende che praticano il pascolamento brado e prive della certificazione Sqbna/Zootecnia biologica e a individuare un metodo di riallineamento per addivenire a un titolo unico che possa dare garanzia di equità e omogeneità a tutti i titoli all’interno della stessa nazione”. Tra gli altri impegni chiesti, c’è quello di “introdurre, tra gli ecoschemi, uno specifico che tenga conto del metodo di allevamento pastorale sardo per compensare le perdite del mancato riconoscimento dell’ovicaprino e che il criterio del redistributivo tenga conto della storicità del metodo di allevamento – aggiungono – ma anche che non abbia una riduzione drastica delle somme che le aziende ricevono e sia più proporzionata alla situazione economico sociale attuale”.
OVICAPRINO. Le azioni da mettere in campo, secondo le opposizioni devono prevedere che “nell’ambito degli interventi riferibili all’eco schema 1 a livello 2 si stanziano risorse a favore degli allevamenti che si impegnano al rispetto di obblighi specifici nel benessere animale e che svolgono per l’intero ciclo, o una sua parte, pascolamento o allevamento brado, per i soli allevamenti bovini e suini escludendo pertanto l’allevamento ovicaprino che in Sardegna presenta tali caratteristiche – ricordano – in Sardegna il maggior numero degli allevamenti è rappresentato dal comparto ovicaprino e proprio questo viene escluso dagli interventi di finanziamento previsti all’interno dell’eco-schema, comportando così una rilevante penalizzazione”. Per il centrosinistra, questo significa “che per le imprese pastorali della Sardegna che dispone della maggior presenza di capi ovicaprini in Italia (3.039.160 per il 48% del patrimonio nazionale e 298.424 caprini per il 28% del totale italiano), si costituisce un danno economico ingente, assolutamente inaccettabile”.
AZIONI. Per i consiglieri di opposizione, quindi “occorre prevedere uno stanziamento aggiuntivo per compensare le perdite dovute al mancato inserimento del comparto ovicaprino dall’eco schema 1 a livello 2 che prevede inoltre il possesso di adeguata certificazione sistema di qualità nazionale per il benessere animale o, in alternativa, zootecnica biologica per gli allevamenti di bovini e suini, certificazioni che le aziende sarde nella maggior parte dei casi non possiedono”. Questa mancanza di certificazione da parte delle aziende sarde, per i consiglieri di centrosinistra “rischia di penalizzarle escludendole dall’ottenimento del beneficio – dicono – occorrerebbe pertanto riconoscere il beneficio applicando quelle deroghe previste per gli allevamenti di piccole dimensioni a tutte le aziende che praticano il pascolamento brado e quindi anche in assenza di certificazione – sottolineano – esiste, infine, una importante criticità legata al livello della media dei titoli sardi che è di gran lunga inferiore alla media dei titoli nazionali e il valore di tali titoli, al termine della PAC 2023/2027, si attesterà a circa euro 175 per la media dei titoli nazionali e circa euro 132 per la media dei titoli della Regione – concludono le opposizioni – occorre, quindi, individuare un metodo di riallineamento al fine di addivenire ad un titolo unico che possa dare garanzia di equità e omogeneità a tutti i titoli all’interno della stessa nazione”.