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(CHB) – Cagliari, 14 ott 2022 – Filtra ottimismo in Sardegna per il nuovo incontro fissato lunedì 17 ottobre a Bruxelles tra gli esponenti della Commissione europea, la Regione, rappresentata dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu, il sottosegretario Costa per il Governo nazionale, i Servizi veterinari della Sardegna e l’Istituto Zooprofilattico. Ancora una volta al centro c’è la questione Peste suina africana e la richiesta della Sardegna di fermare l’embargo all’export delle carni isolane. L’appuntamento fa parte del percorso che dovrebbe portare in pochi mesi ad abbattere l’ultimo muro di resistenza alla liberalizzazione delle carni sarde, probabilmente entro il 2022.
ASPETTATIVE. “Questa missione organizzata dal sottosegretario e dall’assessore fa parte della road map tracciata qualche mese fa e inserita negli incontri periodici previsti per arrivare alla soluzione finale che deve culminare nella decisione e nel voto al Comitato veterinario per la riclassificazione del rischio per la Sardegna – ricorda al notiziario Chartabianca Franco Sgarangella, coordinatore dei servizi veterinari Asl per la Psa – la nostra aspettativa è che si possa abbandonare il rischio più alto (quindi nessuna possibilità di export) in cui si trova oggi la regione, sulla base di una situazione epidemiologica assolutamente favorevole considerato che da quattro anni non c’è più evidenza di circolazione del virus – aggiunge – e da qui ambiamo a che si possa arrivare alla completa riapertura dell’export, almeno nei territori a più basso rischio e quindi quasi tutta la Sardegna”. In corso comunque c’è una trattativa e si vedrà, probabilmente, lunedì quale bozza o proposta si concorderà con la Commissione europea circa la tenuta di alcune zone della Sardegna ancora ad alto rischio, e quindi con blocco dell’export.
AUDIT. In ogni caso, rispetto al precedente audit in Sardegna dei commissari, i passi avanti dell’isola sono stati notevoli, secondo Sgarangella. “Delle cinque raccomandazioni che ci avevano fatto quattro sono già state risolte e ne resta soltanto una (in particolare l’anagrafe) su cui stiamo lavorando ma siamo a buon punto – conferma Sgarangella – c’è ancora qualche gruppetto di animali brado illegali in qualche comune dell’isola, in particolare dalle parti della Barbagia e dell’Ogliastra ma anche dal censimento corretto e puntuale dei suini e suinetti in particolare”,.
CENSIMENTI. A questo proposito, ricorda Sgarangella “abbiamo lanciato una campagna di intensificazione di un altro censimento da parte degli allevatori delle aziende ancora non certificate, alle quali stiamo chiedendo un ulteriore adempimento per tracciare al meglio il numero dei suinetti – sottolinea ancora – lo facciamo con una nuova funzione che è stata inserita nella Banca dati nazionale, per cui si stanno inviando le notifiche sul numero dei suinetti nati nel 2022. In questo modo stiamo aggiornando il tutto. Abbiamo inviato a circa 3.500 aziende un sms con un software in dotazione alla Asl di Sassari per la Sardegna, in modo tale che gli allevatori che ancora non sono certificati possano notificare i numeri esatti”.
VIRUS. Intanto fuori dall’isola, nel resto del Paese e in Europa, sta continuando la circolazione del virus Psa, in particolare del sierotipo 2. “Il fatto di essere isola, in questo caso, ci può dare una mano ma non bisogna abbassare la guardia – sottolinea Sgarangella – stiamo chiedendo, già da qualche mese, come coordinamento anche dei servizi veterinari, che vengono adottate delle misure di controllo nei porti e negli aeroporti. Abbiamo proposto un progetto per l’uso dei cani molecolari, è stato apprezzato dalla Regione e dalla Commissione europea – ricorda – stiamo solo aspettando dalla Regione che ci venga finanziato. Con le associazioni cinofile siamo già pronti per un progetto che ci consentirebbe un controllo più efficace ed economico anche negli scali isolani – spiega – non esiste una rischio zero, ma si può mitigare di molto la probabilità che questo genotipo possa arrivare nell’isola, il che sarebbe devastante”.
CACCIA. Altro fronte è quello della collaborazione con i cacciatori sardi per poter effettuare anche una sorta di censimento sui cinghiali. “Stiamo facendo le riunioni di formazione e informazione, come Unità di progetto, con i cacciatori in vista della stagione venatoria che parte a novembre – aggiunge – anche questo lato è importante perché il cinghiale è un ottimo indicatore sullo stato di contaminazione di un territorio. Per noi è importantissimo raccogliere più dati possibili e da qui la collaborazione con i cacciatori che è stata finora molto proficua – conclude Sgarangella – ci auguriamo che anche per questa stagione si riconfermi”.