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Il direttore generale di Confagricoltura, Anna Maria Barrile, in un lungo intervento sul Sole 24 Ore, ha sottolineato la correlazione tra agricoltura e democrazia, evidenziando come i Paesi dove c’è un’agricoltura forte, siano quelli più democratici e come produzione di cibo ed equità sociale siano fortemente correlate.

Elemento che può fare la differenza per il settore primario, inoltre, risulta essere la partecipazione femminile, per il contributo di resilienza e creatività che può portare, anche ai fini di una maggiore produttività.

Barrile ha anche rimarcato come in Italia i dati sull’imprenditoria femminile in agricoltura registrino indicatori positivi, in crescita.

Tuttavia la strada da percorrere è ancora tanta: sebbene le titolari di aziende uninominali si attestino quasi al 30%, ovvero il doppio rispetto al 14% del decennio precedente, è ancora fortemente radicata la percezione che la produzione agroalimentare riguardi gli uomini. Mentre l’agricoltura di oggi, grazie anche all’innovazione, al digitale, ad applicazioni avanzate, è assolutamente alla portata delle donne.

“Questa spinta innovativa – ha aggiunto il direttore generale di Confagricoltura – apre al dinamismo e alle nuove generazioni, rendendo la filiera più attraente. Secondo i dati della Confederazione, infatti, le donne sotto i 30 anni di età, coinvolte in società di capitali e di persone, si attestano attorno al 34%”.

La sfida è quindi incentivare il coinvolgimento femminile nel settore: vino, olio, riso, ortofrutta, sono solo alcuni dei comparti in cui il contributo delle donne può fare la differenza, “affrontando le criticità, legate al cambiamento climatico e a nuovi assetti geopolitici”.

Secondo l’ONU – ha poi precisato Barrile – per l’agroalimentare e l’agricoltura, il contributo delle donne porterebbe a un beneficio pari a 1000 miliardi di dollari e contribuirebbe alla sicurezza alimentare. Per questo occorre anche incentivare l’accesso delle donne ai tavoli decisionali, in cui si sviluppano le direttrici secondo le quali il settore dovrebbe crescere.

Barrile ha infine concluso dichiarando come l’attuale scenario richieda di guardare a nuovi modelli nutrizionali che possano tutelare l’economia e, al tempo stesso, la salute della collettività. E su questo fronte, le donne, da sempre fondamentali nella gestione dell’approvvigionamento alimentare e della sussistenza nelle organizzazioni sociali, devono essere messe nelle condizioni di poter compartecipare alla definizione dei nuovi paradigmi, necessari per superare le sfide del settore primario.