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(CHB) – Bruxelles, 29 nov 2023 – La relazione della Commissione europea conferma il ruolo dei piani strategici della PAC nel mantenere il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare e sostenere nel contempo la transizione dell’agricoltura dell’UE verso un modello sostenibile nel periodo 2023-2027.
La relazione conferma che i piani strategici della PAC intendono realizzare la politica agricola comune incomparabilmente più ambiziosa dal punto di vista ambientale e climatico. Essa inoltre sottolinea la necessità di potenziare gli strumenti di prevenzione e di gestione del rischio e di rafforzare le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
GLI AIUTI. Per il periodo 2023-2027 il sostegno alla PAC ammonta a 307 miliardi di €, di cui 264 miliardi imputabili al bilancio dell’UE e altri 43 miliardi provenienti da fondi nazionali. Nel quadro dei 28 piani strategici della PAC presentati dagli Stati membri e approvati dalla Commissione europea sono stati concepiti circa 2 500 interventi. La relazione odierna si basa sulle informazioni contenute in questi piani e su una valutazione qualitativa dei potenziali effetti delle scelte operate dagli Stati membri.
Nel complesso, i piani strategici della PAC evidenziano uno sforzo congiunto significativo per sostenere il reddito agricolo, garantirne una distribuzione più equa alle aziende agricole di minori dimensioni e ridurre i divari di reddito nei settori più vulnerabili e nelle zone svantaggiate. Mettono inoltre in luce il maggior impegno congiunto per la modernizzazione delle aziende agricole e il rafforzamento della competitività del settore.
In media, il reddito agricolo rappresenta solo il 45% della retribuzione media nei vari settori economici, con alcune differenziazioni tra i diversi settori e sistemi agricoli. Il sostegno della PAC, che nel 2020 ha rappresentato in media il 23% del reddito agricolo dell’UE, si rivela fondamentale per mantenere l’attività agricola e i posti di lavoro nelle zone rurali remote, rallentando l’abbandono delle campagne e lo spopolamento rurale. Un settore agricolo forte e resiliente è il prerequisito di un approvvigionamento alimentare stabile, uno degli obiettivi storici della PAC ancor oggi quanto mai pertinente.
Più del 10% dei pagamenti diretti dell’UE, pari a 4 miliardi di € all’anno, sarà riassegnato mediante pagamenti ridistributivi a favore delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. Questo tipo di pagamenti è più che raddoppiato rispetto al periodo precedente. L’invecchiamento degli agricoltori è un altro problema per la salvaguardia della sicurezza alimentare a lungo termine e dei mezzi di sussistenza rurali. La Commissione accoglie volentieri il sostegno previsto dai piani per l’insediamento di 377 000 giovani agricoltori nell’attività agricola. Questo numero è in crescita in quasi tutti gli Stati membri, che tra l’altro si spingono oltre le dotazioni finanziarie minime richieste.
COMPARTO PIU’ GREEN. Per ricevere integralmente i pagamenti della PAC, gli agricoltori dovranno rispettare una serie più ampia di requisiti e norme in materia di ambiente, clima, salute, benessere degli animali e condizioni di lavoro dignitose. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’UE e svolge un ruolo importante nell’adozione di pratiche agricole sostenibili.
I piani assegnano il 32% della dotazione totale della PAC ad azioni volontarie che promuovano gli obiettivi in materia di ambiente, clima e benessere degli animali. Il contributo finanziario più consistente proviene dai regimi ecologici e dagli impegni a livello ambientale e climatico nell’ambito dello sviluppo rurale, ai quali sono assegnati rispettivamente 44,7 miliardi di € e 33,2 miliardi di €. La flessibilità concessa agli Stati membri nella progettazione di questi strumenti ha consentito loro di rispondere a esigenze specifiche nei rispettivi contesti nazionali o regionali e di sfruttarne le complementarità.
Il Portogallo, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, la Grecia e la Slovenia, ad esempio, intendono promuovere i concimi organici in alternativa a quelli sintetici. La Germania sostiene sia gli investimenti che la manutenzione nel settore agroforestale. La Finlandia ha un regime di copertura invernale per proteggere il terreno, mentre la Spagna offre finanziamenti supplementari per pratiche sostenibili di pascolo e sfalcio dei pascoli al fine di ridurre il degrado del suolo e migliorare la biodiversità. In Polonia un regime ecologico specifico fornisce aiuti consistenti per il miglioramento delle condizioni di vita del bestiame.
Nell’insieme, i piani si dimostrano in grado di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, in particolare attraverso sforzi significativi riguardanti le pratiche di sequestro e stoccaggio del carbonio nel suolo e nella biomassa. Le azioni riguardanti sia il sequestro del carbonio che la riduzione delle emissioni di protossido di azoto dovrebbero arrecare beneficio complessivamente al 35% dei terreni agricoli dell’UE. Alcuni progressi si registrano anche nella gestione sostenibile delle risorse naturali, con notevoli sforzi a livello di difesa del suolo e pratiche volontarie riguardanti il 47% dei terreni agricoli dell’UE.
Per quanto riguarda gli obiettivi del Green Deal europeo per il 2030, i piani contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo di introdurre l’agricoltura biologica nel 25% della superficie agricola dell’UE. Secondo le stime, entro il 2027 il sostegno a questo tipo di agricoltura previsto dalla PAC dovrebbe riguardare il 10% della superficie agricola dell’UE, segnando quindi un aumento del 5,6% rispetto al 2020. Iniziative nazionali complementari in materia di sviluppo del mercato e di appalti pubblici contribuiranno a raggiungere l’obiettivo generale.
LE RACCOMANDAZIONI. La relazione riconosce che, nell’insieme, i piani avrebbero potuto dimostrare in alcuni settori un livello di ambizione più elevato o perseguire strategie più efficaci. Ad esempio, considerando il crescente verificarsi di eventi meteorologici estremi e le crisi e le perturbazioni che caratterizzano il mondo di oggi, la Commissione chiede un ulteriore rafforzamento degli strumenti di gestione del rischio e un loro maggior utilizzo in tutta l’Unione. Nonostante gli sforzi crescenti, si prevede che solo il 14% circa di tutte le aziende agricole dell’UE beneficerà di questo sostegno della PAC. La relazione riconosce che gli Stati membri potrebbero non sempre avvalersi dei finanziamenti della PAC destinati a questa finalità e, in alternativa, ricorrono pertanto a regimi assicurativi finanziati a livello nazionale. Per affrontare le cause profonde delle crisi e aumentare la resilienza delle aziende agricole nel medio periodo sono inoltre necessarie misure proattive.
Nella sua valutazione, la Commissione osserva peraltro che occorre adoperarsi maggiormente per far sì che un maggior numero di aziende agricole adotti tecnologie e innovazioni digitali. Rileva inoltre che la dotazione finanziaria finora prevista non coprirà l’ampio ventaglio di esigenze di consulenza, formazione e scambio di conoscenze. Gli stessi problemi investono anche le comunità rurali: l’iniziativa LEADER, basata sul metodo della collaborazione dal basso verso l’alto tra imprese rurali, organizzazioni locali, autorità pubbliche e singoli cittadini di diversi settori, rappresenta il 7,7% del totale dei finanziamenti dell’UE destinati allo sviluppo rurale.
Nella relazione, infine, la Commissione sottolinea che i piani strategici della PAC non sono l’unico strumento necessario per contribuire agli obiettivi ambiziosi del Green Deal, della strategia “Dal produttore al consumatore” e della strategia sulla biodiversità e per affrontare le numerose sfide ad essi correlate. La complementarità con altri fondi dell’UE e nazionali è fondamentale per far sì che tali piani abbiano una ricaduta di ampio respiro. Ad esempio, non sarà possibile far fronte pienamente ai problemi del ricambio generazionale e della resistenza antimicrobica e alle esigenze socioeconomiche delle zone rurali senza mobilitare altre misure nazionali e altri finanziamenti dell’UE, come i fondi di coesione e il dispositivo per la ripresa e la resilienza.
La relazione è uno degli elementi previsti nel quadro del più ampio processo di valutazione dell’efficienza dell’attuale PAC. Ulteriori informazioni proverranno sia dai dati relativi all’attuazione e dalla valutazione del nuovo modello di attuazione, nel 2025, sia dalle relazioni annuali sull’efficacia dell’attuazione e dalle valutazioni intermedia e finale, che saranno effettuate rispettivamente nel 2026 e nel 2031. In linea con i suoi requisiti di trasparenza e monitoraggio, la Commissione europea fornisce informazioni dettagliate su tutti i piani, pubblicando online una sintesi di tutti i piani, un catalogo degli interventi della PAC e quadri con indicatori di risultato e dotazioni finanziarie.