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(CHB) – Bruxelles, 06 feb 2024 – La Commissione europea ha proposto di consentire agli agricoltori dell’UE di avvalersi, per il 2024, di deroghe alle norme della Politica agricola comune che li obbligano a mantenere alcune superfici non produttive. La proposta della Commissione, inviata agli Stati membri che la voteranno in una riunione di comitato, fornisce una prima risposta politica concreta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori per il loro reddito. Fa inoltre seguito alle richieste formulate da diversi Stati membri nelle riunioni del Consiglio “Agricoltura”.
LE DEROGHE. Per ricevere il sostegno della PAC cui hanno diritto, gli agricoltori devono rispettare un insieme rafforzato di nove norme benefiche per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’UE e svolge un ruolo importante nell’adozione di pratiche agricole sostenibili. Questo insieme di norme di base è denominato BCAA, ossia “buone condizioni agronomiche e ambientali”.
La norma BCAA 8 impone, tra l’altro, di destinare una percentuale minima di seminativi a superfici o elementi non produttivi. Questi ultimi si riferiscono generalmente ai terreni lasciati a riposo, ma comprendono anche caratteristiche come siepi o alberi. Le aziende con meno di dieci ettari di seminativi sono di norma esentate da tale obbligo. Oggi la Commissione offre a tutti gli agricoltori dell’UE la possibilità di essere esentati da tale requisito e di essere ancora ammissibili al pagamento diretto di base previsto dalla PAC.
Anziché lasciare a riposo o mantenere non produttivi i terreni sul 4 % dei loro seminativi, gli agricoltori dell’UE che coltivano colture azotofissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7 % dei loro seminativi saranno considerati conformi al requisito. Le colture intercalari sono le piante che crescono tra due colture principali. Possono servire da foraggio per gli animali o da concime verde. L’uso di colture azotofissatrici e intercalari comporta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, compresa la biodiversità del suolo, ed evita la lisciviazione dei nutrienti. Le colture devono essere coltivate senza l’uso di prodotti fitosanitari per mantenere l’ambizione ambientale della PAC.
LA PROPOSTA UE. La proposta della Commissione è calibrata per garantire il giusto equilibrio tra, da un lato, offrire un sostegno adeguato agli agricoltori che devono far fronte a numerose crisi e, dall’altro, proteggere la biodiversità e la qualità del suolo.
La misura sarà votata nei prossimi giorni dagli Stati membri nell’ambito di una riunione di comitato. Dopo il voto la Commissione procederà all’adozione formale. Il regolamento si applicherà retroattivamente a decorrere dal 1° gennaio 2024. Gli Stati membri che intendono applicare la deroga a livello nazionale devono notificare la Commissione entro 15 giorni, in modo che gli agricoltori possano essere informati il prima possibile.
LA CRISI. Gli agricoltori si trovano ad affrontare una serie eccezionale di difficoltà e incertezze. In particolare, l’ultimo anno è stato caratterizzato da un numero considerevole di eventi meteorologici estremi, tra cui siccità, incendi boschivi e inondazioni in varie parti dell’Unione. Tali eventi incidono sulla produzione e sulle entrate, nonché sull’esecuzione e sul calendario delle normali pratiche agronomiche, creando una forte pressione sugli agricoltori affinché si adattino.
Gli elevati prezzi dell’energia e dei fattori di produzione derivanti dall’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, il costo della vita/l’inflazione, i cambiamenti nei flussi commerciali internazionali e la necessità di sostenere l’Ucraina hanno creato ulteriori incertezze e pressioni sul mercato. Anche il prezzo dei cereali ha registrato un forte calo rispetto al 2022, con una riduzione di quasi il 30 % del valore della produzione cerealicola nell’UE-27, sceso da 80,6 miliardi di euro nel 2022 a 58,8 miliardi di euro nel 2023. In tali condizioni l’obbligo di ritiro dei seminativi può avere un considerevole impatto negativo a breve termine sul reddito di alcuni agricoltori.