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di Gabriella Bechi
Si chiama Mediterranea, come la nostra dieta, riconosciuta dal 2010 patrimonio culturale immateriale dall’Unesco e apprezzata in tutto il mondo per le sue caratteristiche nutrizionali e qualitative. È la nuova associazione, frutto dell’alleanza tra Confagricoltura, la più antica confederazione agricola che rappresenta il 45% della produzione nazionale, e Unione Italiana Food, tra le maggiori organizzazioni di rappresentanza dell’alimentare in Europa con oltre 900 marchi che finiscono sulle tavole di tutto il mondo. Una compagine che esprime un valore di 106 miliardi di euro (56 miliardi per l’industria e 49,2 miliardi per la parte agricola, incluso il valore aggiunto) e offre lavoro a oltre650mila addetti, coinvolgendo 2/3delle imprese agricole italiane.
Si tratta di un’alleanza che unisce il mondo della trasformazione industriale e settore primario, mettendo al centro il modello mediterraneo e le sue filiere con l’obiettivo di aumentare efficienza produttiva, competitività sui mercati esteri, sostenibilità, logistica e stoccaggio; far crescere l’export; promuovere e valorizzare la dieta mediterranea, integrando le filiere, garantendo sempre elevati standard qualitativi dei prodotti al consumatore.
Mediterranea sarà il nuovo punto di riferimento di aziende e istituzioni e sarà presieduta dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, e di cui Paolo Barilla (Uniofood) sarà vicepresidente.Attraverso accordi e certificazioni a favore della tracciabilità, Confagricoltura e Unionfood si impegnano a incrementare le produzioni e sviluppare accordi con soggetti terzi per sostenere l’export agroalimentare italiano. L’ambizione è quella di superare ampiamente il valore record di 63 miliardi di euro raggiunto nel 2022.
L’iniziativa affonda le radici sul successo del “Protocollo d’intesa grano duro-pasta”: un’esperienza positiva che dal 2017 ad oggi ha consentito di raddoppiare sia il numero dei contratti di coltivazione tra pastai e mondo agricolo e cooperativo (da 6mila a più di 12mila), sia la superficie agricola oggetto di accordo (200.000 ettari, più del 15% dell’intera superficie agricola nazionale vocata a grano duro). Dagli accordi di filiera provengono oggi oltre700mila tonnellate di grano duro italiano che hanno garantito all’industria molitoria il grano“giusto” per la produzione di semole adeguate alle esigenze dell’industria pastaria e agli agricoltori italiani un’equa remunerazione, al ripa-ro dalle oscillazioni del mercato, con premi di produzione legati al raggiungimento di specifici parametri qualitativi e di sostenibilità. Un progetto fondamentale che Unionfood e Confagricoltura intendono ora replicare su larga scala attraverso Mediterranea con l’obiettivo di estendere il modello ad altre filiere rappresentate daUnione Italiana Food e Confagricoltura fra cui, ad esempio, quelle del pomodoro o del grano tenero nelle sue declinazioni di prodotto, quali pane, pizza e dolci.
Tra le attività previste dall’associazione, elabora-re elementi, notizie, informazioni e dati relativi alla dieta mediterranea; organizzare ricerche e studi, dibattiti e convegni su temi economici e sociali di interesse; progettare e organizzare iniziative e campagne promozionali e di comunicazione per la conoscenza e diffusione della dieta mediterranea, agendo così anche come soggetto di raccolta fondi pubblici e privati destinati agli obiettivi associativi; ideare e realizzare ogni altra azione e iniziativa volta a supportare la dieta mediterranea, le sue filiere produttive o i suoi singoli prodotti, ingredienti e nutrienti. Riportando in un certo senso in auge le attività del Consorzio per la Promozione della Dieta Mediterranea che, anni fa, realizzava, insieme ad Ice, campagne di promozione e informazione al consumatore valorizzando all’estero le eccellenze italiane del food. Per questo Mediterranea è aperta ad altre associazioni che vogliano contribuire a promuovere una cultura che valorizzi il più possibile l’apporto delle nostre produzioni all’italianità delle filiere.
Fonte: Confagricoltura
L’articolo è disponibile sull’edizione gennaio-febbraio di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura