Cagliari, 9 dicembre 2024 – “La necessità di risolvere rapidamente il blocco dei pagamenti comunitari per centinaia di imprese agricole della Sardegna, dovuto all’utilizzo della nuova Carta dei suoli nazionale (CdSN), è un’emergenza non rinviabile che abbiamo fortemente manifestato, pochi giorni fa, all’Agenzia regionale Argea Sardegna durante un incontro organizzato a Cagliari”. Lo ha detto il direttore di Confagricoltura Sardegna, Giambattista Monne, che ha aggiunto: “Proprio l’applicazione della CdSN ha determinato non poche criticità nell’attività di lavorazione dei fascicoli e quindi della presentazione delle domande stesse. Uno stato di cose che ha imposto anche agli uffici dei Centri di assistenza agricola (CAA) uno sforzo straordinario, per entità e durata, e per il quale abbiamo chiesto ad Argea un impegno affinché tale situazione non si ripresenti. Nel commentare poi i dati sui pagamenti a carico del FEAGA (Fondo europeo agricolo di garanzia) non potevamo esimerci dal segnalare – ha proseguito Monne – che rispetto alla campagna 2023 il volume degli acconti è decisamente inferiore, diversamente da quanto invece la situazione delle campagne sarde avrebbe richiesto, per le note ragioni legate alla diffusione dell’epidemia di lingua blu in tutto il 2024 e delle difficoltà connesse alla siccità in porzioni importanti del territorio regionale. Con maggiore preoccupazione abbiamo quindi segnalato come siano centinaia le domande bloccate a causa della riclassificazione delle superfici a pascolo e per le quali le anomalie bloccanti ne impediscono il pagamento. Pertanto, con questi ultimi sviluppi è stata di fatto messa in discussione una conquista estremamente importante per il sistema produttivo agricolo sardo, dove si riconoscevano pratiche secolari di utilizzo del territorio, che non può essere vanificata dall’applicazione della CdSN. Nel corso della programmazione 2014-2022, infatti, gli effetti della riclassificazione dell’uso del suolo, cosiddetto refresh, erano stati attenuati attraverso il riconoscimento delle cosiddette Pratiche locali tradizionali di pascolamento (PLT), con la conseguente eleggibilità delle superfici arborate e cespugliate, tipiche del paesaggio rurale sardo, a percepire gli aiuti della Politica agricola comunitaria (PAC). L’allarme che segnaliamo è che, in un momento tanto critico per le aziende della gran parte della Sardegna, la sopravvivenza stessa è legata alle misure di sostegno al reddito e non si possono quindi attendere i tempi lunghi delle soluzioni amministrative e informatiche. Per tale ragione abbiamo chiesto al direttore generale dell’Agenzia di farsi carico della problematica e di portarla all’attenzione della politica regionale e, a Roma, di Agea Coordinamento per l’individuazione di una soluzione capace di consentire l’intero recupero delle superfici già da tempo comunicate e validate dalla Regione Sardegna, come PLT, e l’eleggibilità di quelle storicamente pascolate, che oggi non sono più ammissibili ai diversi regimi di aiuto”, ha concluso il direttore di Confagricoltura Sardegna.