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(3) Costo trasporti, Confagri: per pecorini, riso e vini sardi maxi rincari con nuova tassa Ue, i dati

(CHB) – Cagliari, 27 gen 2025 – “Da una stima elaborata sul comparto risicolo, settore radicato nell’Oristanese e a San Gavino Monreale, il segno più dei costi per i produttori si muove su una forbice tra l’8 e l’11%. Una perdita di circa 300euro a ettaro che genererà, sugli oltre 3500 ettari coltivati, un mancato reddito ben al di sopra del milione di euro e a cui seguirà un ulteriore aggravio nel 2026”. Lo ha detto Tonino Sanna, presidente di Confagricoltura Oristano, che ha aggiunto: “Questa condizione sta alimentando forte preoccupazione tra noi risicoltori poiché, in vista della prossima stagione produttiva, la contrattazione con i mediatori che acquistano dalla penisola è bloccata. Entro tre mesi dobbiamo iniziare le semine e se non si ha un quadro chiaro, su prezzi e quindi richieste di mercato legate alle diverse varietà, è per noi impossibile avviare una seria programmazione aziendale”.

VINO. “Le produzioni regionali dei vini imbottigliati a Doc e Igp – ha ricordato il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Sardegna, Giovanni Pinna – crescono, così come crescono le nostre quote di posizionamento sui mercati nazionali e stranieri. Sono, infatti, circa 17 milioni le bottiglie sarde consumate sulla penisola, per un valore che si aggira sugli 80 milioni, mentre si attesta sui 28 milioni di euro il dato registrato all’estero. Un incremento dei costi dovuti alla tassa Ets, da noi stimato sopra il 6% per il 2025, graverebbe ulteriormente su un comparto che negli ultimi anni ha dovuto assorbire da solo forti aumenti di materiali come vetro o carta, senza ricaricarli sui consumatori per conservare competitività. La crescita delle spese nei trasporti andrebbe quindi gestita coinvolgendo i diversi attori, politica compresa, con l’obiettivo di trovare una soluzione il più possibile indolore per le cantine”.

FORMAGGI. “Sul nostro comparto – ha spiegato il direttore della cooperativa Cao Formaggi, Gavino Nieddu – abbiamo già avuto forti penalizzazioni nel rincaro prezzi del 2024 con aumenti dal 5 al 12%, a seconda delle destinazioni raggiunte dai prodotti e dalla tipologia di trasporto. A questo, da inizio gennaio, si somma la tassa Ets che determinerà, come da comunicazioni già ricevute, un supplemento tariffario ancora da definire ma orientato intorno al 10%. Tali rincari sono ancor più penalizzanti verso imprese come la Cao, che opera a stretto contatto con i gruppi della Grande distribuzione organizzata, impegnate su importanti investimenti in ambito commerciale e di “trasformazione” delle forme intere in grattugiati o porzionati, con schemi di palettizzazione definiti dai clienti e che di fatto determinano una notevole riduzione per posto pallet dei volumi trasportati (il differenziale in termini di quantità tra forme intere e prodotti grattugiati è di circa 4 a 1). Questo quadro – ha proseguito Nieddu – non fa altro che incrementare il gap con le aziende confezionatrici d’oltre Tirreno, non produttrici di pecorino, che spostano carichi interi trasformandoli nei loro stabilimenti. La differenza di costi per noi, nel solo trasporto di questi tagli, è di circa 15-20centesimi a kg in più”. (CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata agricoltura regione