Categories: Archivio, News

Condividi

Categories: Archivio, News

Condividi

Il presidente Massimiliano Giansanti, in un’intervista di Rosanna Lampugnani, su l’Economia del Corriere del Mezzogiorno pone l’accento sull’importanza dell’agricoltura italiana, con particolare riferimento al Sud, che dovrebbe essere preso come modello, poiché circa un terzo della filiera agroindustriale impiega un terzo di tutti gli occupati meridionali.

Giansanti commenta anche i recenti dati ISTAT che certificano come l’agricoltura italiana sia balzata al primo posto in Europa, superando Francia e Germania, sue dirette concorrenti. Questo risultato è stato possibile grazie a un incremento del 9% del valore aggiunto complessivo, pari a 42,4 miliardi di euro. Anche il reddito medio degli agricoltori è aumentato del 12,5% tra il 2023 e il 2024.

Nonostante queste siano ottime notizie, il presidente di Confagricoltura invita alla prudenza, sottolineando che ci sono comunque alcuni settori produttivi e aree del Paese che hanno registrato flessioni significative in termini di fatturato e reddito. Si dice fiducioso che l’agricoltura italiana possa crescere ulteriormente, ma osserva che sarà fondamentale una spinta da parte delle politiche europee per incentivare la produttività.

Riguardo al tema dei dazi introdotti dal presidente Trump, Giansanti afferma che in un mercato globale i dazi sono uno strumento utilizzato per proteggere i propri prodotti. “Ma attenzione: dazio chiama dazio, potrebbe esserci una reazione anche sulle merci che l’Europa importa dagli Stati Uniti. Per questo è necessario un approccio strategico a lungo termine, anche sul lato finanziario e sui cambi valuta”.

Sulla possibilità di avviare un raccordo bilaterale Italia-USA, Giansanti ha ribadito la posizione di Confagricoltura, che rimane fortemente europeista. È necessario, secondo lui, pensare sempre in una logica di politiche coordinate tra i 27 Paesi dell’Unione Europea: “Bisogna ragionare in una logica di sistema complessivo”.

In merito al cambiamento climatico, Giansanti sottolinea come secondo la scienza, il quadro climatico sia destinato a peggiorare, con conseguenze negative per la produzione agricola e per i costi. “Chiediamo forti investimenti da parte dell’Unione Europea per sviluppare nuovi modelli agricoli, che i singoli produttori non sono in grado di sostenere”, aggiunge, spiegando che una revisione della PAC in questo è determinante: “La politica agricola è nata per sostenere le produzioni e il giusto reddito degli agricoltori”.

Fonte: Confagricoltura