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Latte ovino, allarme di Confagricoltura Toscana: prezzo cala ancora mentre i costi per allevatori aumentano

(CHB) – Firenze, 06 feb 2025 – “La crisi del comparto ovicaprino si ripresenta con preoccupante regolarità e ancora una volta gli allevatori toscani si trovano ad affrontare una situazione insostenibile. Il prezzo del latte ovino è in calo, mentre i costi di produzione continuano a salire, mettendo in grave difficoltà le aziende del settore”. Lo dice Angela Saba, presidente della sezione prodotto ovicaprino di Confagricoltura Toscana.
“Lo scorso anno – spiega Saba – i valori erano stati sufficienti, seppur a fronte di costi di produzione elevati. Oggi assistiamo a un paradosso: i costi aumentano e il prezzo del latte scende. Questo non è sostenibile. E soprattutto, qual è la motivazione? Se, come affermano in molti, il prodotto scarseggia, perché la remunerazione per gli allevatori continua a diminuire? Ancora una volta, il peso delle criticità della filiera ricade interamente sugli allevatori, senza alcuna tutela per il loro lavoro e per la loro capacità di rimanere competitivi. Il settore ovicaprino rappresenta un pilastro dell’economia toscana e il rischio di un crollo della redditività potrebbe avere ripercussioni irreversibili”

SETTORE TRASFORMAZIONE. Lo stesso momento di criticità viene evidenziato anche dal settore della trasformazione. “A rendere il quadro ancora più complesso, si aggiunge la ricomparsa della blue tongue e l’aumento della presenza dei predatori. Non si tratta solo di presidio del territorio o di tutela della tradizione, che sono elementi comunque fondamentali, ma di un aspetto cruciale: senza redditività, le aziende chiudono e non riaprono”, sottolinea Saba.
“Per invertire la tendenza – dice la presidente della sezione prodotto ovicaprino di Confagricoltura Toscana – è necessario iniziare ad attribuire il giusto valore alla filiera, garantendo adeguata remunerazione ai primi attori: gli allevatori. Servono azioni concrete per la promozione del prodotto e per la valorizzazione della sua trasformazione, accompagnate da una strategia di comunicazione mirata e strutturata”.
“E’ di tutta evidenza la perdita del potere di acquisto delle famiglie che ha ridotto i consumi unitamente ad una diversa abitudine alimentare in favore, soprattutto per i più giovani, di altri alimenti”, aggiungono da Confagricoltura Toscana. “Sulla prima poco possiamo ma sulla seconda dovremmo intensificare un’attenta opera d’informazione e convincimento sulla bontà dei nostri prodotti. I nostri intendimenti e preoccupazioni sono ben conosciuti dalla Regione Toscana sempre attenta alle necessità del comparto”.
“Serve buon senso, sensibilità e attenzione per tutti gli attori della filiera – conclude Saba – affinché l’impegno e il rischio d’impresa vengano adeguatamente riconosciuti. Attenzione a tirare troppo la corda: siamo davvero prossimi a un punto di rottura irrimediabile”. (CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata agricoltura