Categories: Press Room

Condividi

Categories: Press Room

Condividi

(5) * Pecorino, Agrinsieme: modificare disciplinare per tutelare razze autoctone; i commenti di Confagri, Copagri e Cia *

(CHB) – Cagliari, 17 mar 2025 – “Gli ultimi due anni sono stati felici poiché c’è stata una buona stabilità dei mercati, che ha permesso un prezzo equo in rapporto alla tipologia e alla qualità del Pecorino Romano Dop avviato alle commercializzazioni nazionali ed estere”, ha detto il vicecoordinatore di Agrinsieme e presidente di Copagri Sardegna, Giuseppe Patteri, che ha osservato: “Non dobbiamo tuttavia abbassare la guardia, soprattutto ora che si rischia fortemente l’entrata in vigore dei dazi da parte degli USA. Dazi che danneggerebbero tantissimi prodotti agroalimentari italiani, compreso il Pecorino Romano. Agrinsieme vuole oggi spronare la politica regionale, in particolar modo l’assessore dell’Agricoltura, e informare la collettività affinché si intervenga rapidamente con le giuste iniziative a tutela del Pecorino Romano. A nostro avviso, infatti, è necessario apportare delle modifiche al disciplinare di produzione che tengano conto della centralità delle razze autoctone allevate in Sardegna e da cui proviene il latte trasformato in Romano. Questo intervento favorirebbe in particolar modo il rafforzamento del prodotto in un’ottica di singolarità, trasparenza, origine e irripetibilità a livello globale, offrendo maggiore sicurezza al consumatore. Inoltre, va precisato che, come Agrinsieme, non siamo contrari agli allevamenti di ovini di razze esotiche, provenienti per esempio da Francia o Israele, ma riteniamo che il latte di questi animali si debba utilizzare per formaggi non legati alle Dop e, dunque, non trasformabile nelle nostre tre eccellenze casearie isolane: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo”, ha concluso Patteri.

CONFAGRICOLTURA. “Con il 95% della produzione di Pecorino Romano Dop, la Sardegna è territorio leader nel mondo nella trasformazione della più importante eccellenza casearia ovicaprina d’Italia”, ha spiegato il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras. “Obiettivo comune di chi ha davvero a cuore il punto di forza dell’agroalimentare regionale dovrebbe essere quello di tutelare tale primato, facendo scelte orientate a garantire una giusta remunerazione verso le migliaia di produttori primari. Questo, invece, non lo si può fare con un “liberi tutti” e attraverso un disciplinare di produzione aperto a qualsiasi razza ovina e a ogni tipologia di latte di tali allevamenti. Al contrario – ha aggiunto – bisogna invece valorizzare al massimo quello che sino a oggi siamo stati in grado di costruire impiegando, eventualmente, le razze esotiche per diversificare l’offerta verso i consumatori e bilanciare così gli andamenti del mercato. Produrre Pecorino Romano Dop da ogni tipo di latte ovino può comportare, nel medio e lungo periodo, una ricaduta negativa sui prezzi del formaggio e quindi verso gli allevatori. Ecco perché noi crediamo che, snaturando una produzione tipica e identitaria, non si faccia l’interesse collettivo verso tante imprese agropastorali e verso l’intera comunità della nostra Isola che, grazie al pascolamento delle pecore sarde, godono di un territorio custodito e curato, secondo le normative comunitarie in materia di sostenibilità, che altrimenti sarebbe in balia di un rischio idrogeologico e di una fragilità rispetto agli incendi sempre più ingovernabile”, ha concluso il presidente di Confagricoltura Sardegna.

CIA. Francesco Erbì, presidente di Cia Sardegna, ha puntato su tre grandi temi: difesa della tradizione, delle produzioni nelle zone rurali e impegno per contrastare lo spopolamento nelle aree interne dell’Isola. “Un legame diretto tra ricchezza prodotta dalla pecora di razza sarda, e quindi dal Pecorino, e redistribuita nelle comunità, che bisogna tutelare e sostenere nell’interesse non solo del comparto agropastorale, ma di tutti i sardi. Dobbiamo perciò puntare proprio sul piano dell’economia agricola, che conserva identità e storia e che la differenzia dalle produzioni di massa realizzabili in tutti gli angoli del pianeta”, ha concluso Erbì.

APPELLO ALLA REGIONE. In conclusione di conferenza stampa, Daniele Caddeo, coordinatore di Agrinsieme e direttore di Legacoop, hanno sollecitato nuovamente la Regione a fare quanto in suo potere perché politicamente si esprima a favore dell’appello lanciato oggi in difesa delle razze ovine autoctone.  (CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata regione agricoltura