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Sassari, 17 febbraio 2023 – “Chiediamo alla Regione, e nello specifico all’assessore della Sanità, Carlo Doria, notizie sullo stato di elaborazione del Piano di contrasto della Blue tongue per l’annualità 2023. Ci sono i fondi per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini? Riusciremo a fare i trattamenti entro maggio così da evitare problemi sulle pecore in gravidanza e soprattutto interventi durante la ripresa ciclica dei focolai di lingua blu durante l’estate? Esiste un cronoprogramma e un quadro dettagliato sul numero di veterinari da mobilitare per le vaccinazioni?”. Lo ha chiesto il presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, nel ricordare che tenere sotto controllo la febbre catarrale degli ovini significa garantire anche al comparto bovino da carne la libera movimentazione dei capi soprattutto verso i punti di ingrasso d’oltre mare. “Sarebbe auspicabile – ha proseguito Taras – che l’Assessorato della Sanità, le Asl territoriali, il coordinamento regionale della Sanità animale e l’Assessorato dell’Agricoltura collaborino, ognuno per le proprie competenze, affinché le attività di prevenzione siano avviate nei tempi utili. Proprio i ritardi delle vaccinazioni, che dovrebbero seguire l’andamento della Blue tongue attraverso i rilevamenti dai capi sentinella presenti in diversi territori della Sardegna, sono uno degli elementi determinanti nella diffusione della malattia che causa, ogni stagione tra alti e bassi, milioni di euro di perdite per gli allevatori ovini, con capi morti e riduzione delle produzioni, e per quelli dei bovini da carne, a cui viene spesso impedito di vendere e trasportare i vitelli verso i centri d’ingrasso della penisola. Predisporre una programmazione seria significherebbe evitare lo sperpero di risorse pubbliche e il ristoro tardivo, mai sufficiente a coprire le perdite reali, che con enormi ritardi viene a volte stanziato verso gli allevatori”, ha concluso il presidente provinciale.
Dello stesso tono la posizione di Daria Inzaina, responsabile regionale della sezione Bovino da carne di Confagricoltura Sardegna: “Da oltre vent’anni, da quando a inizio 2000 è sbarcata sull’Isola la Lingua blu, il comparto del bovino da carne sta pagando un prezzo altissimo in termini di restrizioni e di danni dovuti ai blocchi di movimentazione. È impensabile quindi che la gestione epidemiologica sia sempre in forte ritardo: siamo alla seconda metà di febbraio e dalla Regione tutto tace, quando invece le vaccinazioni dovrebbero partire al massimo entro tre o quattro settimane per assicurare una copertura soddisfacente sulle greggi per l’inizio dell’estate. La situazione attuale è ancora più preoccupante perché a nulla è servita l’emergenza scoppiata in Sardegna appena 6 mesi fa quando in contemporanea allo svilupparsi dei sierotipi noti di Blue tongue si era presentato in Sardegna un sierotipo sconosciuto, privo di vaccini, a cui si è aggiunta la segnalazione della malattia del cervo, isolata per la prima volta in Sardegna e in Europa. Nonostante la zootecnia regionale abbia a che fare con queste straordinarie condizioni di emergenza di sanità animale, che continueranno ad aumentare a causa della crisi climatica con il cambiamento degli habitat in cui virus e parassiti trovano sempre più nuove condizioni di adattamento, strutture importanti e di eccellenza come l’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) della Sardegna non vengono coinvolte e valorizzate a dovere per affrontare queste criticità. Se si ha a cuore il nostro mondo allevatoriale – ha concluso Daria Inzaina – la politica regionale, insieme a quella nazionale, si dovrebbe confrontare costantemente con le organizzazioni di categoria, così da assicurare davvero il giusto sostegno a migliaia di imprenditori che contribuiscono ogni giorno e fra mille fatiche a rendere più forti le eccellenze agroalimentari del made in Italy”.
Dati su bovino da carne. In Sardegna sono allevati circa 202mila bovini da carne distribuiti soprattutto nel centro nord tra Barbagia, Ogliastra, Sassarese, Logudoro e Gallura, dove da secoli si allevano le migliori mandrie di bovini da carne dell’Isola. I capi, secondo la Banca dati nazionale di Teramo al 31.12.2022, erano così distribuiti: provincia Nuoro-Ogliastra 78.168; Sassari e Gallura 75.841; Oristano 23.591; Sud Sardegna 23.548. Area metropolitana di Cagliari 1468.
Ogni anno si stima che circa 50mila vitelli siano destinati verso i punti di finissaggio dislocati, in buona parte, fuori dalla Sardegna.