* ELEZIONI, AGRICOLTURA E AMBIENTE: TODDE PUNTA SU LEGGE QUADRO E RIFORMA AGENZIE; I PUNTI DEL PROGRAMMA *
– Nel suo programma elettorale ufficiale, la neo presidente di Regione (in attesa della proclamazione prevista nei prossimi giorni) Alessandra Todde ha affrontato anche il tema dello sviluppo di agricoltura e agroalimentare.
Di seguito le priorità richiamate nel paper di coalizione e nei vari incontri che Todde aveva discusso con le organizzazioni agricole:
TODDE E IL PROGRAMMA PER L’AGRICOLTURA. Per Todde “Va rafforzata l’agricoltura sarda attraverso la promozione dell’integrazione tra produzione agricola e trasformazione agro-alimentare per aumentare il valore aggiunto e l’occupazione, preservando il patrimonio culturale. Si prevede una legge quadro per un approccio strategico e unitario, in modo da incentivare l’innovazione, supportare le start-up e integrare le filiere agroalimentari con i mercati nazionali e internazionali. Saranno rafforzati l’agroforestazione, la biodiversità e le pratiche sostenibili, valorizzando le produzioni locali e integrando l’agricoltura con il turismo, oltre a promuovere la formazione e la ricerca per un settore agricolo più competitivo e sostenibile”.
“Il comparto agricolo, oltre al contributo al PIL regionale, mantiene una rilevanza strategica certa, sia per le potenzialità di crescita del reddito e dell’occupazione, sia per la coesione socioeconomica nei vasti ambiti geografici a vocazione rurale, sia infine per la diffusione del marchio “Sardegna” a livello internazionale, e, non ultimo, per il valore culturale e antropologico che caratterizza il settore. La principale criticità è la mancata integrazione fra produzione agricola di origine regionale e trasformazione agro-alimentare, vero volano per la crescita della “domanda qualificata” dei prodotti agricoli provenienti dei vari territori della Sardegna. La stretta interdipendenza fra settore agricolo e settore agro-alimentare rende necessario il sostegno delle imprese agro-alimentari, in maniera che si orientino verso produzioni a maggiore valore aggiunto, per mercati più qualificati, nazionali e soprattutto esteri. Infatti, queste aziende affidano in genere il proprio risultato commerciale e di bilancio alla realizzazione di prodotti a basso valore aggiunto, alla ricerca di una competitività basata sulla minimizzazione dei costi. Il basso valore aggiunto che caratterizza la maggioranza delle produzioni agroalimentari sarde, e conseguentemente le nostre produzioni agricole, non consente alle aziende di adottare una corretta strategia degli investimenti in ricerca, sviluppo dei prodotti e politiche commerciali adeguate alle sfide della concorrenza, sia nel mercato interno, sia in quello estero.
Azione Progettuale 1: Legge Quadro per lo sviluppo agropastorale e delle risorse rurali
La Sardegna, nonostante la competenza esclusiva prevista nello Statuto Speciale, è priva di una legge di orientamento organica sul settore agricolo. L’assenza di una cornice normativa unitaria, la frammentarietà degli interventi legislativi unitamente alla pluralità di fonti imputabili al sistema di governo multilivello, determina l’assenza di una visione unitaria della materia, nonché l’incertezza e l’inefficacia dell’azione dei pubblici poteri, che non pone obbiettivi chiari e coerenti, ed ancora la difficoltà di raggiungere risultati apprezzabili e che impattino incisivamente sul sistema agricolo regionale. Attraverso una legge quadro, la Regione si doterà di una visione strategica, di un progetto complessivo che segni il superamento dell’attuale frammentarietà delle politiche pubbliche, per garantire che la pluralità di attori amministrativi coinvolti agiscano in un quadro coerente di obbiettivi prefissati e misurabili nel medio e lungo periodo.
RIFORMA ASSESSORATO E AGENZIE. Il tema dell’organizzazione pubblica dell’Agricoltura dovrà riguardare l’assessorato, le agenzie agricole (ARGEA, LAORE. AGRIS), per i quali sarà necessario definirne una nuova struttura con specifici moduli di organizzazione territoriali, tali da creare una vicinanza tra i centri di responsabilità politica e amministrativa, le singole filiere produttive, le aree geografiche che si caratterizzano per vocazioni agricole specifiche e i territori soggetti di sviluppo. Sarà favorita inoltre l’integrazione con il sistema dei poteri locali su specifiche unità di progetto, tali da creare spazi e moduli di collaborazione e decisori che prevedano il coinvolgimento di enti pubblici e privati quali Gal, Distretti rurali, Consorzi di Bonifica che assieme compongono l’organizzazione regionale connessa al sistema agricolo. L’istituzione di una consulta regionale sull’agricoltura organizzata per filiere e/o aree territoriali sarà utile ad avvicinare i centri di programmazione e gestione ed i destinatari degli interventi e delle azioni pubbliche.
Azione Progettuale 2: Filiere agricole e misure di settore, piani azioni e strumenti
La Legge di orientamento del sistema agricolo regionale porrà le basi per un’azione pubblica mirata a rafforzare le filiere agricole, portando benefici a lungo termine non solo per il settore agricolo stesso, ma anche per l’economia, la società e l’ambiente nel complesso. Le filiere dovranno comprendere diversi stadi e attori che contribuiscono alla produzione, trasformazione, distribuzione e vendita di prodotti agricoli ma anche includere elementi come la ricerca e lo sviluppo, il finanziamento, la certificazione di qualità e sicurezza alimentare, e la gestione delle risorse naturali. La gestione efficace delle filiere sarà fondamentale per garantire la qualità, l’accessibilità e la sostenibilità dei prodotti agricoli, nonché per rafforzare le aziende che afferiscono ai diversi comparti.
Si prevedono:
• Adozione di politiche settoriali di filiera: dovrà essere garantito il sostegno all’imprenditoria, all’assetto imprenditoriale, alla singola impresa, al suo essere parte di una filiera e alle singole filiere, allargato al loro insieme (integrazione di filiera).
• Aumento delle risorse destinate all’innovazione di prodotto in campo agroalimentare, in un’ottica di segmentazione di mercato, verso quelli più remunerativi
• Innovazione di prodotto sul piano delle tipologie e, soprattutto, sul piano concettuale in chiave di “narrazione efficace” dell’origine tradizionale e, soprattutto, territoriale dei prodotti, utilizzando marchi di prodotto disciplinati sapientemente con norme regionali che coinvolgano la produzione agricola locale nella creazione del valore aggiunto complessivo. La filiera del latte ovino presenta caratteri speciali e strategici e richiederà, oltre che una specifica politica settoriale, un osservatorio e una cabina di regia regionali permanenti, che mettano insieme i portatori di interesse (industriali, produttori, distributori, consumatori) e i vari decisori pubblici e privati. Ulteriori azioni e politiche settoriali saranno previste sia con riferimento alle filiere da rafforzare con interventi specifici di completamento (es.: filiera enologica, filiera grano duro, filiera ortofrutta), sia con riferimento alle filiere da costruire o ricostruire (es.: filiera frutta, filiera frutta a guscio).
FILIERA FORESTALE. Un discorso a parte merita la filiera forestale (sughero, legno, biomasse) che richiederà una dedicata cabina di regia unitaria con gli assessorati all’industria e all’ambiente. Sul comparto sughericolo si dovranno prevedere azioni mirate e specifiche di salvaguardia e rilancio della filiera e del distretto del sughero, attraverso:
• azioni di governance: avvio e sostegno del distretto del sughero con estensione del partenariato ai produttori primari (integrazione della filiera);
• azioni di tutela del patrimonio sughericolo dalle avversità naturali e dagli incendi
• incentivazioni alla filiera produttiva anche attraverso la creazione di contratti di rete, bosco o altre forme di (ri)costituzione della filiera;
• investimenti in ricerca e trasferimento tecnologico orientati al rilancio tecnologico e industriale della filiera;
• sostegno alla certificazione forestale (produzione e trasformazione).
Azione Progettuale 3: Sviluppo rurale, pastoralismo e contrasto all’esodo rurale, valorizzazione delle produzioni tipiche locali, integrazione con le filiere turistiche, politiche di innovazione e ricerche e Incremento della Conoscenza Agricola
Il programma dovrà necessariamente essere integrato con una visione sostenibile a lungo termine, che tenga conto sia delle necessità economiche, sia di quelle ambientali e sociali delle comunità rurali, che insistono su una porzione maggioritaria del territorio regionale. Si tratta quindi di mettere a sistema numerosi strumenti che già operano, che andranno coordinati sia attraverso riforme organizzative, che attraverso la valorizzazione di strumenti di coordinamento territoriale messi in campo da altri operatori “para-pubblici”. I Distretti rurali, organismo rilevante per capacità e visione prospettica assieme ai Gruppi di azione locale (GAL), possono svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo rurale sostenibile, contrasto all’esodo rurale, valorizzazione delle produzioni locali, integrazione con il turismo, innovazione e incremento della conoscenza agricola. Il rilancio della ricerca agricola regionale attraverso la valorizzazione dell’Agenzia per la ricerca scientifica, innovazione e sperimentazione in campo agricolo (AGRIS), il sostegno alla ricerca pubblica e privata, possono contribuire a migliorare la competitività e sostenibilità del comparto agricolo nonché a imprimere forza innovatrice al settore. La piena attuazione della normativa vigente in materia di agricoltura e sviluppo rurale, agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti, costituirà una linea guida del programma. L’azione di cui trattasi prevedrà misure di sviluppo rurale e promozione del pastoralismo:
• Investimenti in infrastrutture rurali per migliorare l’accessibilità e la qualità della vita con specifico riferimento alle strade rurali di cui si ravvisa enorme carenza;
• Sostegno alle pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali, attraverso incentivi finanziari e formazione (sostegno alla scuola su pastoralismo e accesso a servizi veterinari);
– Programmi per la salvaguardia e il recupero dei pascoli alberati, incentivando pratiche agricole e pastorali sostenibili anche in ottica di promozione delle pratiche di agro-forestazione.
Di contrasto all’Esodo Rurale attraverso: • La creazione di opportunità di lavoro in aree rurali che favoriscano l’incoraggiamento di piccole imprese e start-up e attraverso specifici programmi di insediamento in agricoltura nelle aree agricole marginali; • La promozione di programmi di educazione e formazione professionale specifica per le comunità rurali valorizzando i compiti recentemente attribuiti ai GAL; • La promozione di politiche abitative favorevoli per incoraggiare le famiglie a rimanere o trasferirsi nelle aree rurali. Valorizzazione delle Produzioni Tipiche Locali attraverso: • La promozione delle DOP e IGP, e altre certificazioni che valorizzano i prodotti locali, la piena attuazione della legge regionale sui marchi collettivi; • Il sostegno alla commercializzazione e al marketing delle produzioni tipiche, anche tramite e-commerce e portali pubblico/privati di promo-commercializzazione delle produzioni agro-industriali; • Strumenti di collaborazione stretta e continua con il sistema della ristorazione per la promozione del prodotto sardo nell’offerta eno-gastronomica. Integrazione con le Filiere Turistiche: • Lo sviluppo di un turismo rurale e agrituristico nella valorizzazione delle tradizioni locali e nella creazione di attività connesse e multifunzionali; • La collaborazione tra agricoltori, operatori turistici e amministrazioni locali per creare pacchetti turistici integrati e sistemi territoriali (in stretto collegamento con l’organizzazione turistica regionale); • La promozione di eventi culturali e gastronomici che mettano in risalto le specificità delle aree rurali (vedi Autunno in Barbagia e similari). Politiche di Innovazione e Ricerca: • Saranno previsti investimenti in ricerca e sviluppo per l’agricoltura sostenibile e il miglioramento delle pratiche di produzione e trasformazione; • Saranno favorite e rafforzate le partnership tra università, centri di ricerca e aziende agricole per favorire il trasferimento tecnologico; • Sarà previsto un sistema di incentivi per l’adozione di tecnologie innovative in agricoltura, come l’agricoltura di precisione e le energie rinnovabili. Incremento della Conoscenza Agricola attraverso: • Programmi educativi nelle scuole per promuovere la conoscenza dell’agricoltura e dell’alimentazione sostenibile; • Corsi di formazione continua per gli agricoltori per aggiornarli sulle nuove tecniche e normative; • Campagne di sensibilizzazione pubblica sull’importanza dell’agricoltura per la società e l’ambiente;
• Istituzione, in collaborazione con ANCI Sardegna e il sistema delle autonomie scolastiche, della Scuola di pastorizia della Sardegna con compiti di promozione di competenze imprenditoriali attraverso una formazione pratica e teorica sul pastoralismo, l’insegnamento della gestione sostenibile delle risorse naturali, la promozione di pratiche di gestione del suolo, la conoscenza delle tradizioni e della cultura pastorale, la trasmissione della conoscenza delle tradizioni culturali e storiche legate al pastoralismo, preservando così un patrimonio culturale importante, la formazione su salute e benessere animale, su una corretta nutrizione degli animali e sulle tecniche di allevamento etico.
Azione Progettuale 4: Agroforestazione , filiere forestali, agricoltura di montagna e conservativa, biodiversità e produzioni sostenibili
Questo obbiettivo mira a creare un modello sostenibile di gestione del territorio che valorizzi l’interazione tra agricoltura, silvicoltura, paesaggio e biodiversità secondo gli obiettivi del New Green Deal. Attraverso un approccio integrato e multidisciplinare, il programma di politica pubblica che si propone non solo migliora la sostenibilità ambientale del sistema agricolo e il sequestro di carbonio, ma offrirà anche opportunità economiche agli agricoltori e contribuirà alla conservazione della biodiversità. Inoltre, sarà orientato a promuovere la resilienza delle comunità rurali delle aree interne dell’isola di fronte ai cambiamenti climatici aiutando a preservare il patrimonio paesaggistico e naturale della regione. In linea con il nuovo quadro di politiche pubbliche connesse al New Green Deal, saranno realizzate azioni di politica legislativa e tecniche di superamento della dicotomia tra spazio agricolo e quello forestale che attualmente crea una divaricazione e una alternatività tra le azioni pubbliche a favore del comparto agricolo e di quello forestale, in contrasto con la tradizionale vocazione agro-silvopastorale delle aziende sarde e con le evenienze paesaggistiche che la “naturale” interazione tra uomo, bosco e animale ha tramandato Una parte del piano di sviluppo rurale, pertanto, prevedrà una vera e propria strategia verso il comparto agro-forestale con finalità di utilizzo del bosco mediterraneo a scopo agricolo, come servizio eco-sistemico dell’azienda, e nel ciclo di scambio e cattura del carbonio. La catena di valore che ne deriva potrà essere incentivata da apposite certificazioni agro-forestali che si estenderanno alle nostre produzioni agricole derivanti da sistemi agro-forestali.
Tra le azioni che si intendono realizzare si segnalano inoltre:
• la classificazione delle aziende per capacità di cattura del carbonio • l’individuazione di misure di riequilibrio territoriale e perequazione tra valori ecologici e produttivi dei sistemi agro-forestali;
• la valorizzazione delle produzioni biologiche o agro-forestali derivanti dalle preziose biodiversità;
• l’incentivazione alle produzioni resilienti e compatibili con le condizioni ambientali
• l’accreditamento dei processi di produzione virtuosi e l’incentivazione delle buone pratiche di produzione;
• l’incremento delle certificazioni dei paesaggi rurali, delle pratiche produttive tradizionali, del rispetto ambientale e le certificazioni forestali.