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(CHB) – Roma, 23 apr 2024 – “Un’evidente difficoltà delle imprese agricole nella loro tenuta competitiva, dovuta a varie motivazioni, tra le quali l’aumento dei costi”. Lo hanno evidenziato i rappresentanti di Confagricoltura ieri a Roma nell’audizione presso le Commissioni Congiunte di Bilancio sul Def.
Secondo l’Istat, al netto delle variazioni dei prezzi, nel 2023 si riducono in volume la produzione dell’agricoltura (-1,4%) e, ancora di più, il valore aggiunto ai prezzi base (-2%); in calo anche le unità di lavoro (-4,9%). Le stime hanno evidenziato per il settore primario una variazione più moderata rispetto al 2022, con una graduale mitigazione degli effetti derivanti dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. Tuttavia, l’andamento è stato fortemente influenzato dai fattori climatici avversi che hanno compromesso molte colture. L’annata, infatti, è risultata negativa (-2,4% in volume).
La decisione del Governo di presentare la versione semplificata del Def, senza quadro programmatico, accoglie un suggerimento della Commissione europea che Confagricoltura interpreta con favore: “Ciò consentirà infatti – sottolinea l’organizzazione agricola – di concentrarsi sui problemi oggettivi che l’Italia dovrà affrontare e che condizioneranno le scelte in tema di politica di bilancio per i prossimi anni”.
“Risulta necessario creare interventi che diano una spinta rapida e mirata agli investimenti e alla aggregazione. Nello specifico, servono incentivi al fine di massimizzare il contributo delle Banche nell’attuazione anche degli investimenti connessi al Pnrr: rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica a favore delle imprese, per mitigare l’aumento dei tassi di interesse e facilitare gli interventi degli Istituti di credito; implementare gli strumenti di finanza agevolata per erogare contributi a fondo perduto e in conto interessi sul modello, ad esempio, della cosiddetta “Nuova Sabatini””, ha affermato Alessandra Ausanio per Confagricoltura.
DUE ELEMENTI. La Confederazione ha posto l’accento su due elementi fondamentali: favorire l’aggregazione delle imprese agricole e agroalimentari attraverso lo strumento delle filiere intese come Reti di Impresa; incentivare le agroenergie come fonti rinnovabili.
“La crescita delle agroenergie rappresenta a nostro avviso lo strumento più efficace per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese nei diversi settori di produzione e un volano per la nostra economia”, ha proseguito Ausanio.
L’inserimento tra le attività connesse della produzione di energia elettrica e calorica da fonti agroforestali e fotovoltaiche, di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale, costituirebbe il giusto riconoscimento alle imprese agricole del ruolo, sempre più determinante, che svolgono nel campo della produzione di energie da fonti rinnovabili, contribuendo in modo rilevante alla transizione ecologica in contrasto al climate change.
“Si fa quindi necessario un definitivo chiarimento relativo alla tassazione di biogas e biomasse, come richiesto da tempo da Confagricoltura”, ha concluso Ausanio.
DIRITTO SUPERFICIE. La Confederazione, infine, si è espressa in “modo fermamente contrario” alla tassazione sulla cessione del diritto di superficie, introdotta dall’ultima Legge di Bilancio, proponendo come correttivo l’esclusione dei contratti preliminari sottoscritti prima di dicembre 2024 e l’inserimento di una imposta sostitutiva.