Condividi
Condividi
Cagliari, 4 giugno 2024 – È stato presentato questa mattina, nelle Antiche officine della Salina Conti Vecchi di Macchiareddu ad Assemini, il progetto di valorizzazione nazionale della salicoltura “L’agricoltura coltiva il sale”, elaborato da Confagricoltura e Saline marine italiane. A fare gli onori di casa il presidente di Confagricoltura Sardegna e neoeletto in Giunta nazionale, Paolo Mele, che ha accolto il direttore generale dell’organizzazione di categoria, Annamaria Barrile, e quindi la presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, intervenute a inizio lavori. La relazione introduttiva è stata curata dal capo progetto, Ciro Zeno, a cui sono seguiti l’Amministratore delegato di Conti Vecchi Spa, Enrico Morgante, e il presidente di ATISALE Spa – Salina Sant’Antioco, Bruno Franceschini. È toccato poi a Mele fare le conclusioni dell’incontro moderato dal giornalista Lello Caravano. La tappa di presentazione odierna del progetto arriva dopo altri due appuntamenti tenuti in Sicilia e Puglia: le realtà territoriali tradizionalmente più importanti della salicoltura nazionale insieme a Sardegna e Emilia-Romagna. All’incontro hanno inoltre partecipato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, i vertici locali di Confagricoltura, numerosi portatori di interesse e l’on. Salvatore Deidda che ha portato i saluti del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.
Il progetto. Il 27 settembre 2023, a Roma, è nato il coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia hanno formalizzato la loro collaborazione dettata dai molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino. Primo obiettivo: dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilata all’attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale. L’obiettivo finale è quello di definire una legge che fissi i criteri normativi per assimilare la salicoltura marina con l’attività agricola. Tra i firmatari del progetto, oltre a Confagricoltura, ci sono le società di gestione delle Saline di mare italiane Atisale Spa (Puglia e Sardegna); Sosalt Spa e Isola Longa in Sicilia; Saline Ing. Luigi Conti Vecchi in Sardegna; Parco della Salina di Cervia in Emilia-Romagna. Come sostenitori partecipano inoltre le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa e Isola di Calcara.
All’estero. Dal 2019, la Francia ha inserito la salicoltura nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima.
Le saline sarde. Atisale Spa che con le saline di Margherita di Savoia (Puglia), la più grande d’Europa con 4500ettari in produzione, e di Sant’Antioco si configura come il maggior produttore di sale marino italiano.
La Salina di Sant’Antioco, che fin dall’epoca punica e fenicia ha rappresentato una risorsa economica importante, è oggi la principale e più significativa attività produttiva di sale marino dell’Isola, con una estensione di circa 1500ettari e una produzione annua di 180mila tonnellate destinate in buona parte all’uso industriale.
La Salina Ing. Luigi Conti Vecchi, nella laguna di Santa Gilla a Cagliari, ha quasi 2800ettari di estensione. Il sito è affidato dal 2017 al FAI (Fondo Ambientale Italiano) che vi opera in un’ottica di valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.
Alcuni dati. Le aree coltivate in tutta Italia dalle saline marine sono quasi 10mila ettari, con una produzione media annua di circa 1,2milioni di tonnellate sui circa 4,2 della quota raggiunta tra sale marino, salgemma (il minerale estratto dalla terra) e salamoia. La produzione di sale marino nazionale si attesta su un giro d’affari di poco superiore ai 60mln di euro annui.
Annamaria Barrile. “Le saline di mare costituiscono anche un forte richiamo turistico. Avvicinando la salicotura marina all’attività agricola si avrebbe una sinergia tra i due comparti che sicuramente porterebbe ad una valorizzazione turistica, aumentando il legame tra territorio e prodotti agroalimentari, a favore dell’economia del Paese”. Lo ha detto il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, che ha osservato: “Su questa linea, Confagricoltura ha recentemente istituito il ‘Gruppo di lavoro Mare’ proprio partendo dalla volontà di voler coinvolgere maggiormente i rappresentanti della salicoltura marina e considerando che la blue economy è un comparto sul quale da diversi anni l’Europa e l’Italia stanno prestando molta attenzione. L’Italia, infatti, si colloca al terzo posto per contributo alla formazione del valore aggiunto del settore in ambito europeo”.
Paolo Mele. “Alcune aree del sud Sardegna rappresentano ancora oggi, dopo secoli di lunga tradizione, le realtà a maggior vocazione produttiva d’Italia. Ecco perché il progetto di valorizzazione che, come Confagricoltura, stiamo portando avanti sul piano nazionale punta, in un futuro non troppo lontano, a inserire questo tipo di comparto all’interno delle attività agricole”. Lo ha detto Paolo Mele, che ha aggiunto: “Si tratta di un traguardo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere. Con il supporto anche della politica locale e quindi della Regione Sardegna siamo certi che in tempi rapidi si possano dare risposte a un settore dove ancora tanto si può fare in termini di sviluppo e creazione di nuova occupazione”.
Alessandra Todde. “Un progetto importante, un passo necessario per la nostra Isola”. Così la presidente Todde che ha precisato: “La Regione è al fianco di questo settore strategico che deve creare ancora più valore, sviluppo e soprattutto occupazione. Anche per questo era importante oggi essere qui al fianco di chi ogni giorno lavora per il benessere della Sardegna”.