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L’articolo è presente sul numero di dicembre 2024 di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
Di Francesco Bellizzi
Con la legge delega di luglio, il Parlamento ha dato mandato al governo di presentare un piano normativo per la filiera florovivaistica entro i prossimi due anni
Il percorso che ha portato alla pubblicazione della legge delega del 4 luglio scorso per la regolamentazione del settore florovivaistico è iniziato nel 2019. Un iter che ha visto Confagricoltura attivamente impegnata sulla definizione del quadro normativo a cui ha partecipato con proposte, richieste di modifiche e suggerimenti illustrati durante i diversi momenti di confronto.
Un esempio è la richiesta (accolta) del presidente della Federazione di prodotto, Luca De Michelis, di far rientrare in modo univoco gli operatori florovivaisti e forestali nella definizione di imprenditore agricolo contenuta nel Codice Civile. Operatori che animano un settore con una produttività da 3,1 miliardi di euro (il 5% del valore della produzione agricola totale), di cui 1,46 miliardi da fiori e piante in vaso e 1,68 dal vivaismo.
Per comprendere l’importanza che un quadro normativo esaustivo ricopre per il settore, bisogna guardare al dato sulla crescita quinquennale, che segna un +15,8%. Un segno positivo legato in particolare all’evoluzione dei prezzi inversamente proporzionale alla quantità, in calo del 8,3%. L’eccellenza della produzione italiana è un dato assodato, quello che manca è un piano complessivo sull’intera filiera che possa sostenerla nell’esprimere il potenziale.
Oltre a ricomprendere l’attività florovivaistica nella definizione di impresa agricola (ex art. 2135 cc), il governo è stato incaricato dal Parlamento anche di disciplinare l’articolazione della filiera. In questo capitolo rientrano nuove politiche e atti di indirizzo a sostegno della promozione dei prodotti e, soprattutto, a sostegno di nuove filiere produttive a livello regionale. In questo senso va anche la previsione, per le amministrazioni pubbliche, di definire condizioni tecniche e contrattuali per agevolare la locazione di terreni pubblici a soggetti della filiera florovivaistica, in particolare di quella forestale.
Entro due anni dovrà essere avviato anche un coordinamento nazionale per la distinzione tra le particolarità delle produzioni floricole e quelle vivaistiche: base da cui partire per poter calibrare le politiche di settore sulle numerose differenze che esistono in termini di domanda, offerta, programmazione, cicli produttivi e mercati di sbocco. Gli strumenti saranno un Piano nazionale, un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici. Due previsioni che erano state richieste proprio da Confagricoltura, come anche quella relativa alle professionalità che operano nel comparto.
La legge delega prevede, infatti, l’avvio di iniziative per l’aggiornamento normativo, la formazione professionale, la ricerca e la sperimentazione. Il confronto tra politica e imprese sarà fondamentale per il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi. Altrettanto importante, quindi, sarà la composizione del Tavolo di filiera che Palazzo della Valle chiede di rivedere – in termini di razionalizzazione delle presenze – garantendo la partecipazione significativa delle organizzazioni professionali agricole.
Ulteriori richieste avanzate al Masaf sono: potenziare l’organico degli uffici fitosanitari; prorogare e migliorare il bonus verde con l’aumento sia dell’importo massimo ammissibile, sia dell’aliquota di compensazione, e con la riduzione dell’arco temporale del credito di imposta; favorire gli investimenti nella ricerca di varietà resistenti e nello sviluppo della rete idrica; incrementare i finanziamenti per promuovere la cultura del verde tra gli studenti, sulla falsariga del programma Frutta e Latte nelle Scuole.
Fonte: Confagricoltura