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(2) Agroalimentare: IV trimestre 2024, Ismea: latte, olio e ortofrutta in ripresa; l’analisi per filiera
(CHB) – Roma, 23 apr 2025 – Il mercato delle principali filiere agroalimentari nel quarto trimestre del 2024, secondo le rilevazioni Ismea:
CEREALI. Lo scenario produttivo stimato per la campagna 2024/25 non evidenzia elementi tali da giustificare significative variazioni dei prezzi. I fondamentali risultano positivi per il frumento duro in ragione dei buoni raccolti stimati; quelli di frumento tenero e mais evidenziano lievi riduzioni dell’offerta e delle scorte. L’offerta nazionale 2024 di frumento tenero e mais è risultata in calo, imprimendo una significativa ripresa delle importazioni nei primi dieci mesi dell’anno. Al contrario, alla contrazione dei raccolti di frumento duro non è corrisposto un incremento delle richieste all’estero, verosimilmente per i volumi record raggiunti nel 2023 ed anche perché i minori raccolti nazionali sono stati comunque contraddistinti da un buon profilo qualitativo.
ORTOFRUTTA. Il quarto trimestre chiude per l’ortofrutta un anno caratterizzato dal segno positivo degli acquisti retail in volume e dalla frenata del processo inflattivo. Infatti, i prezzi al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli sono cresciuti solo del 2,4% dopo i rincari degli ultimi due anni. Inoltre, nel 2024 c’è stata la riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli alla fase di produzione e anche la flessione dei prezzi dei mezzi di produzione. Sul fronte degli scambi con l’estero si evidenzia la contrazione del prezzo medio dei prodotti esportati rispetto al 2023.
VINO. Il settore è caratterizzato da un dibattito sulle traiettorie future da intraprendere, che riguarda l’interpretazione e le strategie da adottare per affrontare il calo dei consumi e le nuove sfide di mercato. Anche nel 2024 l’ambito internazionale emerge come la vera risorsa del comparto nazionale: i dati dei primi dieci mesi dell’anno, infatti, confermano la buona tenuta dell’export italiano cresciuto rispetto allo stesso periodo del 2023. In ambito domestico, i primi mesi della nuova campagna, che coincidono con la parte finale dell’anno, hanno registrato tensioni sui prezzi dei vini comuni sia in termini congiunturali sia tendenziali. Segni positivi per le IGT, mentre le DOP sono rimaste pressoché stabili.
OLIO. Nel 2024 aumenta la produzione mondiale nei principali paesi produttori (Italia esclusa), e quindi si riducono i listini internazionali. Calano le quotazioni dell’olio extravergine d’oliva iberico, e seguono la stessa tendenza anche i prezzi del prodotto greco e tunisino. I listini dell’olio evo italiano invece testimoniano una maggiore tenuta sul mercato, con riduzioni più contenute; in Puglia e in Calabria, a dicembre le quotazioni hanno ripreso a salire. Nei primi dieci mesi del 2024 sono diminuiti i volumi importati a fronte di un incremento di spesa rispetto allo stesso periodo del 2023; l’export è aumentato in volume e in valore, consentendo il ritorno in positivo della bilancia commerciale.
CARNI E UOVA. A fine 2024 continuano a calare le macellazioni di bovini, sia in Europa che in Italia, e le quotazioni delle razze da carne si mantengono sostenute grazie a una domanda dinamica. Anche i prezzi dei capi da ristallo continuano a salire, fino a raggiungere a dicembre il valore più elevato registrato nell’ultimo biennio. Si prevede che per i vitelloni da ristallo provenienti dalla Francia (primo fornitore degli allevatori italiani) questo innalzamento dei prezzi continuerà anche nel 2025, a causa della contrazione dell’offerta. Aumenta l’import di carne bovina, mentre restano stabili i volumi acquistati dalle famiglie italiane rispetto al 2023, a fronte di un aumento della spesa. Per le carni avicole il 2024 è stato caratterizzato da un’offerta abbondante, che tuttavia non ha compromesso l’andamento dei prezzi. Infatti, nell’ultimo trimestre del 2024 salgono le quotazioni sia della carne di pollo che di tacchino. Sul fronte del consumo interno, nel 2024 continua l’apprezzamento delle carni avicole, anche grazie al ridimensionamento del prezzo medio.
Nel comparto delle uova, si registra una risalita dei prezzi nella parte finale dell’anno dopo il calo osservato nei trimestri precedenti. Nel 2024 crescono i consumi di questo prodotto, soprattutto in volume. Per la carne suina, calano le tensioni di mercato grazie ad un aumento delle macellazioni (sia a livello UE che Italia) e alla contrazione della domanda cinese. Tuttavia, in Italia continua a calare l’offerta di animali del circuito DOP, anche per le restrizioni sanitarie causate dalla Peste suina africana. Calano i prezzi all’origine dei suini da macello e dei suinetti da ristallo, ma aumenta la redditività degli allevatori di suini da ingrasso, grazie anche alla contrazione dei prezzi degli altri fattori produttivi. Nei primi dieci mesi del 2024 aumenta su base annua l’import di carne suina fresca, e tiene l’export di preparazioni e conserve suine italiane nonostante la chiusura di alcune destinazioni estere. Continua a calare il consumo domestico sia delle carni suine fresche che dei salumi.
LATTIERO CASEARIO. A fine 2024 c’è stata una ripresa della produzione di latte in Italia, dopo il rallentamento evidenziato nei mesi estivi, in linea con Francia, Polonia e Spagna. Le consegne italiane potrebbero aver superato nel 2024 i 13 milioni di tonnellate, riportando il grado di autoapprovvigionamento sopra l’80%. Il prezzo alla stalla nazionale è aumentato dopo l’estate, grazie alla favorevole congiuntura dei principali formaggi della tradizione: sia Parmigiano Reggiano che Grana Padano hanno mostrato quotazioni in ascesa rispetto all’ultimo trimestre del 2023. Forte spinta al rialzo anche per i listini del burro, influenzati dalle dinamiche continentali. Rispetto a gennaio-ottobre 2023, nel 2024 è aumentato l’import di latte in cisterna spinto dalla domanda dell’industria di trasformazione, con forte aumento degli acquisti da Slovenia e Francia (la Germania si conferma primo fornitore). In aumento anche le importazioni di yogurt, burro e formaggi. Anche le esportazioni di formaggi e latticini sono cresciute, grazie alla ripresa di alcuni mercati strategici come Germania, Regno Unito e USA. Nel 2024 c’è stato un leggero calo della domanda interna di prodotti lattiero caseari, sia in valore che in volume; a pesare sull’intero settore è stata soprattutto la contrazione dei volumi di latte fresco.