Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Come noto Consiglio, Parlamento e Commissione hanno trovato l’accordo politico sulla riforma della PAC per il periodo 2014-2020. Dopo il compromesso in Consiglio a Lussemburgo, raggiunto nella notte del 25 giugno, e l’ultimo trilogo del 26 mattina a Bruxelles, anche la commissione agricoltura del PE, il 26 pomeriggio ha dato il via libera alla nuova PAC.
L’accordo è parziale, rimanendo aperti i punti legati al negoziato sulle prospettive finanziare 2014-2020 (QFP): plafonamento (e degressività), trasferimento di fondi tra pilastri, percentuali di cofinanziamento nello sviluppo rurale e convergenza esterna.
Anche se una valutazione completa dell’accordo raggiunto non puo’ prescindere dall’analisi dei testi regolamentari consolidati, non ancora disponibili, i negoziati dell’ultim’ora non hanno portato ad importanti stravolgimenti rispetto alle anticipazioni fornite nelle ultime settimane.
Non volendo entrare, in questa sede, nei dettagli del pacchetto completo, è utile comunque sottolineare come, a livello generale, l’accordo finale lasci ampi margini di flessibilità nazionale ed apra uno scenario di complessi negoziati interni ai singoli Stati membri sull’applicazione di alcune importanti misure.
Solo per citarne alcune: la definizione di agricoltore attivo, la suddivisione del territorio nazionale per l’applicazione della convergenza degli aiuti (con la possibilità di applicarla, oltre che a livello “paese”, anche per regioni, siano esse amministrative, geografiche od agronomiche, come dovrebbe essere confermato dal testo consolidato), l’attribuzione di diritti ai “nuovi” produttori (coloro che, in base al sistema precedente, non avevano diritto all’aiuto ma che ora possono rientrare nel regime di pagamento di base), il greening, il sistema accoppiato, al pagamento supplementare per i primi 30 ettari, l’applicazione o meno del regime dei piccoli agricoltori, l’applicazione del sistema delle autorizzazioni nel settore vitivinicolo, che sostituirà dal 2016 l’attuale regime dei diritti di impianto, senza dimenticare il complesso delle misure di sviluppo rurale, con la possibilità di far convivere misure nazionali e misure regionali. Per quanto riguarda l’iter delle proposte, la Commissione lavora ora alla redazione dei testi finali, che dovranno poi essere tradotti in tutte le lingue prima di essere formalmente approvati, in ordine cronologico, da commissione agricoltura del PE, plenaria e Consiglio Agricoltura, per poi essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’UE; a queste condizioni difficile immaginare la fine del complicato percorso prima di ottobre/novembre. Senza contare che la procedura per i punti ancora “aperti” non è ancora stata definita.