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A pochi giorni dall’accordo politico (pur parziale) sulla riforma della PAC, e nonostante i testi consolidati non siano ancora disponibili, in Francia il Ministro Le Foll ha aperto ufficialmente il tavolo di concertazione con le organizzazioni per la applicazione nazionale della nuova politica agricola comune, per quanto riguarda le decisioni da prendere sul primo pilastro. Quattro le opzioni presentate e su cui il dibattito in sede tecnica è aperto: premio unico a 245 euro/ettaro (preferita dagli allevatori), riduzione del 60% del divario entro il 2020 (auspicata dalla FNSEA, principale sindacato agricolo d’oltralpe), convergenza al 100% con sovrappremio per i primi 30 ettari (che premierebbe il settore lattiero-caseario) ed infine l’applicazione del limite massimo di riduzione del pagamento diretto per azienda: – 30% (opzione che incontrerebbe il favore dei cerealicoltori). L’obiettivo e’ quello di arrivare ad una decisione per fine settembre prossimo. Parallelamente, subito dopo l’accordo del 26 giugno anche in Germania il Ministro dell’agricoltura aveva incontrato gli Assessori regionali per presentare alcune ipotesi di applicazione della convergenza: flat-rate totale al 2019, con aiuto ai piccoli agricoltori di 50 euro/ha per i primi 15ha e di 30 euro/ha per i 15ha successivi, con conseguente non applicazione di capping e degressività. Anche in Spagna il Ministero si è attivato preparando un approfondito questionario rivolto alle organizzazioni agricole, che sono chiamate a fornire indicazioni sulle scelte nazionali da assumere entro il prossimo anno sui punti principali della nuova PAC.