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Movimentazione vitelli

Rimane ancora irrisolto il problema della movimentazione dei vitelli maschi in Sardegna.

I vitelli di razza frisona, destinati all’esportazione sul territorio nazionale per la produzione del vitello a carne bianca, non possono infatti essere inviati agli allevamenti da ristallo se non previa vaccinazione con vaccino specifico per bovini, tale vaccino non risulta attualmente ancora disponibile.

Attualmente sarebbero consentiti gli spostamenti di animali figli di madri immunizzate, in alternativa si rende necessaria la vaccinazione dei vitelli stessi i quali però non possono essere trattati prima del compimento dei 90 giorni.

Tale situazione ha come primo effetto la permanenza in allevamento di animali per i quali le aziende non sono organizzate, con conseguente sottrazione di spazio vitale per le femmine, con pregiudizio del benessere animale e aumento delle patologie a causa della promiscuità, e di consumo di scorte alimentari destinate alla produzione di latte. Come secondo effetto si osserva che superato il periodo di alimentazione lattea e passando quindi ad una alimentazione solida, i vitelli non possono essere più destinati alla linea del vitello a carne bianca, unico vero mercato a cui destinare i vitelli maschi di razza frisona.

Le conseguenze economiche di questa situazione sono così rappresentabili:

          attualmente 1.200 vitelli frisoni maschi presenti nel comprensorio di Arborea, di cui circa il 50% presso la stalla sociale e la restante parte ancora dislocata presso le aziende e circa 500 negli allevamenti del Logudoro. In assenza di deroghe o dell’attesa campagna vaccinale, entro la fine dell’anno saranno circa 3.200 i capi maschi presenti in tutto il comprensorio di Arborea;

          la mancanza di spazio disponibile all’interno della stalla sociale determina l’impossibilità di ricevere animali da incrocio provenienti dal nord della Sardegna, incidendo così in maniera determinante anche sugli allevamenti bovini della linea vacca-vitello;

          la stalla sociale che, per andare incontro agli allevatori, ha ritirato i vitelli frisoni maschi si troverà ora costretta a completare il ciclo di ingrassamento con margini di guadagno estremamente risicati o addirittura in perdita;

          eventuali indennizzi sulla mancata movimentazione dovrebbero tener conto del fatto che lo spostamento dei vitelli dall’azienda alla stalla sociale non rappresenta di fatto una vera e propria movimentazione a fini commerciali, ma un mero trasferimento degli oneri di mantenimento degli animali in capo alla stalla sociale.

E’ evidente che in assenza di una deroga alla movimentazione si pone la necessità di individuare una procedura di indennizzo finalizzata al ristoro dei danni per questi specifici allevamenti.

Confagricoltura chiede urgentemente una modificazione delle indicazioni operative contenute nel “Protocollo sanitario sulle movimentazioni extraregionali e intraregionali degli animali sensibili alla Blue tongue” del 26 settembre dell’Assessorato alla Sanità, che attualmente risultano essere restrittive e onerose per gli allevatori.