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“Le politiche di internazionalizzazione possono contribuire a rinsaldare i rapporti tra due aree del mondo, cioè tra le due sponde del Mediterraneo, tramite un settore, l’agricoltura, che tanta parte ha nell’economia e nella società dei Paesi coinvolti”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi nel suo intervento di apertura al convegno “Appuntamento in centro: l’agricoltura italiana incontra i Paesi del Mediterraneo”, sottolineando la più ampia valenza politica che può assumere il progetto promosso dal ministero dello Sviluppo economico e realizzato da Confagricoltura.
Guidi ha sottolineato che l’Unione Europea sta cercando da anni di collegarsi stabilmente a questi Paesi: con la Politica euro-mediterranea che nel 2015 compirà venti anni e con la Politica Europea di Vicinato e l’Unione per il Mediterraneo. Quest’ultima più recente, ma la cui azione è stata rallentata anche dalle “primavere arabe” che, in un momento di instabilità dei prezzi delle materie prime agricole ed alimentari, ha visto proprio l’agricoltura al centro del problema.
L’Europa ha stipulato accordi euro-mediterranei con tutti questi Paesi. E gli scambi di prodotti agricoli sono stati sempre al centro delle concessioni previste da tali accordi.
Guidi ha ricordato le intese con il Marocco, fulcro di intensi dibattiti per il possibile impatto sull’agricoltura italiana ed europea; i delicati rapporti politici con Israele, Giordania e Territori della Palestina; la rilevanza di azioni con Paesi come il Libano, importantissimi per la crisi siriana. Infine, la complicata fase politica di transizione della Libia che l’Italia – per i suoi storici rapporti con il Paese – e l’Europa tutta stanno seguendo con particolare attenzione.
“Il fatto che questi Paesi oggi siano qui per sviluppare iniziative in campo agricolo – ha detto il presidente di Confagricoltura – dimostra che non c’è solo competitività e concorrenza tra le due sponde del Mediterraneo, ma anche possibilità di stringere accordi e scambiarsi know how per crescere. Con questo progetto ci sentiamo, quindi, di aver dato un contributo alle iniziative comunitarie che tendono a rinsaldare i rapporti con parti del mondo spesso vicine, ma lontane per storia, cultura, religione, che sono al centro delle politiche internazionali.