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Con la conversione in legge del decreto “Destinazione Italia”, viene definitivamente estesa anche alle imprese agricole la disciplina degli incentivi per i consorzi di internazionalizzazione.
“Il provvedimento fortemente voluto da Confagricoltura, che più volte aveva posto la questione al ministero delle Politiche Agricole ed al ministero dello Sviluppo Economico, potrà dispiegare i suoi effetti positivi anche per la Sardegna.
Attraverso i processi di internazionalizzazione, infatti, si riuscirà a incrementare il livello delle esportazioni dell’agroalimentare, ancora estremamente limitate e incidenti solo per il 7% sul totale dell’export regionale, che pertanto rappresenta un fattore di crescita e di sviluppo economico dalle potenzialità ancora inespresse.
Bisogna ricercare nuovi mercati – sottolinea la presidente di Confagricoltura Sardegna Elisabetta Falchi – creare reti e cercare sinergie tra produttori anche di diverse Regioni e attivare in questo modo nuove e più concrete opportunità di business.
La conquista di nuovi e differenti orizzonti commerciali consentirebbe per alcune produzioni tradizionalmente destinate all’esportazione come il pecorino, ma anche per altre eccellenze del nostro territorio, di raggiungere l’obiettivo di consolidare il prezzo ed evitare le oscillazioni al ribasso che determinano ricadute gravissime sui comparti primari.
Queste nuove opportunità ci consentirebbero tra l’altro di collocare alcuni dei nostri prodotti di qualità su fasce di prezzo maggiori rispetto a quelle attuali e di ottenere migliori garanzie nei confronti dell’annoso problema dei mancati pagamenti per le forniture che sempre più di frequente si riscontrano nel mercato interno italiano ormai stagnante.
Il posizionamento dei prodotti sardi sui mercati di Paesi finora inesplorati, permetterebbe inoltre di far conoscere il nostro bellissimo territorio ricco di storia e di tradizioni e così attirare nuovi flussi turistici, fondamentali per ridare impulso al comparto turistico.
Vi è però un elemento di criticità che rischia di vanificare l’efficacia e la portata della norma approvata.
Gli incentivi alle imprese agricole sono concessi solo nei limiti del regime de minimis quindi entro un importo massimo di 15 mila euro per tre esercizi (come previsto dal nuovo regolamento in vigore dal primo gennaio) ma per un errore la norma di conversione fa riferimento al regolamento valido sino al 31 dicembre 2013 che prevedeva un importo massimo di soli 7.500 euro.
E’ evidente che se l’intento dei due ministeri è di favorire lo sviluppo del sistema impresa attraverso l’export – conclude la Falchi – è necessario migliorare il provvedimento ampliando in sede comunitaria fino a 50 mila euro il plafond del de minimis così come sollecitato dal coordinamento di Agrinsieme”.