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Nonostante le attenzioni per il settore agroalimentare contenute nella legge di Stabilità, la situazione della zootecnia sta diventando sempre più insostenibile e gli agricoltori, nonostante i loro sacrifici, non riescono a lasciarsi alle spalle gli effetti della crisi. Da un lato il comparto della carne, che deve fare i conti con la sempre più pressante volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall’estero dei ristalli e con i prezzi fermi da troppo tempo a livelli non remunerativi; dall’altro lato il settore lattiero-caseario, con quotazioni all’origine in caduta libera negli ultimi mesi e con accordi sul prezzo alla stalla che non si chiudono. Lo afferma il coordinatore nazionale di Agrinsieme Dino Scanavino. Siamo in una fase cruciale e gli allevatori necessitano di misure concrete di sostegno e prezzi delle materie prime equi. Parliamo di un comparto che, dopo trent’anni di sistema delle quote, necessita di certezze per il futuro e le cui prospettive reddituali sono, ad oggi, un’incognita -evidenzia il responsabile del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci agroalimentare-. Gli allevatori italiani – sottolinea Agrinsieme – chiedono un progetto lungimirante per il futuro delle loro attività, che trovi risposte normative adeguate e ottimizzi gli strumenti finanziari che già ci sono. E’ importante non disperdere le risorse, utilizzandole per una unica grande campagna di promozione del consumo dei prodotti del latte e derivati. Una campagna di questo tipo rafforzerebbe le iniziative ministeriali in essere dal 2016 come Latte nelle scuole e il marchio 100% latte italiano.