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Il Comitato direttivo di Confagricoltura, riunito oggi a Roma sotto la presidenza di Mario Guidi, ha affrontato la questione dei rinnovi dei contratti provinciali di lavoro per gli operai agricoli, alla luce del quadro normativo delineatosi a seguito della definitiva approvazione del disegno di legge sul caporalato.
Pur sottolineando, ancora una volta, la piena condivisione delle finalità della legge – lotta al caporalato ed allo sfruttamento del lavoro – l’organo direttivo di Confagricoltura ha ribadito le proprie preoccupazioni in merito ad un provvedimento che rischia di trattare con lo stesso rigore punitivo chi, con violenza e minaccia, sfrutta i lavoratori e li sottopone a trattamenti degradanti e disumani e i datori di lavoro che assumono e assicurano regolarmente i propri dipendenti ed occasionalmente incorrono in violazioni lievi e meramente formali della normativa legale e contrattuale in materia di retribuzione, orario di lavoro, igiene e sicurezza sul lavoro.
Preoccupazioni che, peraltro, non devono riguardare solo le imprese agricole, ma tutti i datori di lavoro privati, di ogni settore, compresi quelli domestici e finanche i datori di lavoro pubblico, considerata la generale applicazione della norma penale ricordata.
Per tale ragione Confagricoltura vigilerà attentamente sull’applicazione delle nuove disposizioni legislative pronta a sollevare la questione di legittimità costituzionale qualora i rigori della legge andassero a colpire non i veri criminali, ma i datori di lavoro che cercano di rispettare le regole.
Per quanto riguarda i contratti provinciali di lavoro, Il Comitato direttivo, con senso di responsabilità verso i collaboratori delle proprie aziende, che non devono veder compromessi i propri diritti, ha deciso all’unanimità di invitare le sedi territoriali dell’Organizzazione a riprendere i negoziati coi sindacati dei lavoratori per il rinnovo dei CPL, nel rispetto dell’autonomia negoziale provinciale.