Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Bisogna ripensare da subito la politica agricola comune, ma non servono strumenti definiti a tavolino, si ascoltino le imprese per correggere gli errori commessi quattro anni fa. Non può essere vanificata l’occasione dell’approvazione del regolamento europeo ‘omnibus’ per introdurre modifiche sostanziali alla riforma della Pac”. Lo ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla vigilia del vertice dei ministri dell’Agricoltura, che si tiene a Lussemburgo il 3 aprile.
 
“Accogliamo con favore che, al centro delle discussioni, ci sia il tema della semplificazione  e che i ministri dell’Agricoltura si rendano conto che questa Pac è troppo burocratizzata – ha proseguito Giansanti -.  Va rivisto, in quest’ottica, anche il greening che rappresenta un aggravio per gli agricoltori con vincoli ed ingiustificate complessità procedurali che caratterizzano l’attuazione delle misure di sviluppo rurale”. “Ma è l’attuale politica dell’inverdimento che non ci convince – ha osservato –. Occorre agire con logiche di sostenibilità ambientale a largo raggio, comprendendo tutte le best practice attuabili dalle imprese”.
 
“Servono poi – ha detto Massimiliano Giansanti – misure efficaci per stabilizzare i redditi agricoli e strumenti anticrisi, su base mutualistica ed assicurativa, effettivamente praticabili, che tengano conto che la volatilità dei prezzi ed i cambiamenti climatici espongono gli agricoltori a sempre nuovi scenari di rischio”.
 
“E’ essenziale infine che il dibattito e le proposte siano sostenuti da dati e valutazioni oggettive basati sull’attuazione della riforma del 2013 in questi primi anni – ha concluso il presidente Giansanti -. A tale proposito si deve purtroppo rilevare, con disappunto, che mancano dati pubblici ufficiali e dettagliati che consentano una valutazione con elementi concreti alla mano”.